Gela. Due settimane fa, si è tenuto un incontro che le organizzazioni sindacali avevano chiesto mesi addietro senza avere mai risposte. I risultati però hanno lasciato aperti tutti gli interrogativi sul futuro immediato del Consorzio di bonifica e dei dipendenti. La crisi della struttura locale va avanti da anni e soluzioni vere non se ne intravedono. Il tavolo con il commissario del Consorzio della Sicilia occidentale, del quale fa parte quello locale, non ha generato fiducia, tutt’altro. Domani si replicherà anche in città. Sono stati i sindacati e i lavoratori a spingere affinché il commissario possa valutare in maniera concreta l’attuale stato dell’ente e delle attività che non possono essere garantite a pieno. Gli stipendi tardano per mesi, c’è poco personale da impiegare nelle aree rurali e il dramma dell’acqua che manca è un ulteriore peso per un intero comparto in fortissima flessione. Ci sarà una verifica sul “campo”, direttamente nella sede locale del Consorzio. Risalire la china sarà tutt’altro che semplice ma sindacati e dipendenti intendono avere un quadro preciso sulle scelte che si definiscono anche a livello regionale. La nuova riforma presentata dall’assessore Luca Sammartino è già stata bocciata dai sindacati che non individuano nessun risvolto favorevole ma anzi sono certi che possa ampliare il confine della precarietà.
Al contempo, il governo Schifani ha annunciato il piano idrico che sulla carta prevede interventi consistenti per le dighe locali. Quello dei bacini artificiali mai veramente efficienti è un altro enorme assillo per il territorio che deve già fare i conti con una crisi economica piuttosto pervasiva.