Gela. Sciopero confermato. Non ci sono certezze sui pagamenti
in favore dei lavoratori che operano all’interno della discarica di Timpazzo e, così, le segreterie confederali di Cgil, Cisl e Uil hanno confermato il blocco delle attività, già preannunciato per il 6 ottobre.
Nessuna intesa. Una decisione che arriva dopo l’ennesimo vertice in prefettura a Caltanissetta. Questa mattina, c’erano i sindaci dei Comuni dell’Ato Cl2 ma anche i vertici dell’ente in liquidazione, le rappresentanze sindacali e alcuni titolari di aziende che operano nel sito di conferimento. Il nodo rimane sempre lo stesso, il trasferimento dei soldi dai Comuni all’Ato Cl2 in liquidazione, che gestisce la discarica Timpazzo. “Alcuni enti hanno fatto uno sforzo ulteriore, pagando altre quote – dice il segretario confederale della Cgil Ignazio Giudice – ma non è sufficiente. Insieme ai colleghi di Cisl e Uil, abbiamo confermato lo sciopero”. Se l’Ato Cl2 non riceve regolarmente le quote dagli enti locali, non può coprire i costi dei servizi. Così, niente soldi alle aziende e ai lavoratori, che attendono da oltre quattro mesi. Il vicesindaco Simone Siciliano ha spiegato che i suoi tecnici starebbero per concludere l’iter di certificazione dei crediti vantati dall’Ato verso Palazzo di Città. La procedura, però, non sarà breve. Quindi, tutto rimane fermo e le segreterie confederali, con lo stesso Giudice, ma anche Emanuele Gallo, Maurizio Castania e Nicola Calabrese, hanno deciso di non accettare ulteriori ritardi. Quindi, il 6 ottobre stop alle attività in discarica, una decisione che avrà sicuramente risvolti anche sulla raccolta dei rifiuti in città. Da tempo, il commissario liquidatore dell’Ato Cl2 Giuseppe Panebianco chiede ai Comuni di adempiere ai pagamenti arretrati. Senza quote in cassa, tutto diventa più difficile. Un nuovo vertice dovrebbe tenersi entro i prossimi quindici giorni. Non è da escludere, intanto, che la nuova Srr4 possa, a breve, subentrare all’Ato Cl2 nella gestione degli impianti, a cominciare da quelli della discarica Timpazzo.