Genova. Dopo il verdetto definitivo della Corte di Cassazione, che ha confermato la condanna già emessa nei precedenti gradi di giudizio, è scattato l’arresto per il sessantaduenne Vincenzo Morso. Il gelese da anni residente a Genova, dove viene ritenuto a capo del gruppo di cosa nostra, è stato condannato in via definitiva per le vicende della maxi inchiesta antimafia “Tetragona”. Quattro anni e nove mesi di reclusione, in continuazione con una precedente sentenza, gli erano stati imposti sia dal gup del tribunale di Caltanissetta sia dalla Corte d’appello nissena. La conferma, negli scorsi giorni, è arrivata dai giudici romani di Cassazione, che hanno respinto il ricorso presentato dalla difesa. I poliziotti di Genova hanno dato esecuzione all’ordine d’arresto ed è stato trasferito nel carcere di Marassi, dove dovrà scontare il residuo di pena.
Vincenzo Morso era già agli arresti domiciliari dopo la pesante condanna subita in primo grado a conclusione del dibattimento scaturito dall’omicidio del ventottenne Davide Di Maria. Per i giudici genovesi, Morso e il figlio Guido avrebbero ucciso il giovane, dopo un regolamento di conti per la gestione delle piazze di spaccio del capoluogo ligure. Al sessantaduenne è stata imposta la condanna a diciannove anni e otto mesi di reclusione. Ventuno anni e cinque mesi, invece, al figlio Guido. I difensori hanno deciso, in questo caso, di presentare appello.