Gela. Il suo caso è tra i sessantadue sul tavolo del giudice civile del tribunale di Roma. Si tratta di un ex combattente gelese che nel corso della Seconda guerra mondiale fu fatto prigioniero in Grecia e poi deportato in Germania, fino alla conclusione del conflitto bellico. E’ ormai deceduto ma gli eredi, attraverso l’avvocato Giuseppe Ventura, hanno deciso di citare la Repubblica tedesca per chiedere un risarcimento. Il combattente venne catturato, deportato, sottoposto ai lavori forzati e ad ogni tipo di vessazione. La normativa in materia consente ancora di poter attivare azioni risarcitorie, da parte degli eredi. Il giudice del tribunale capitolino, oggi, ha rinviato in vista della successiva decisione. I legali dello Stato tedesco hanno eccepito la prescrizione. Ventura ha ribadito che, sulla base di una decisione della Corte di Cassazione a sezioni unite, le azioni per risarcimenti legati a crimini di guerra non si prescrivono.
Nell’eventualità del riconoscimento di un diritto ad essere risarciti, sarà poi lo Stato italiano, attraverso un fondo appositamente costituito, a stanziare le somme previste. Nel recente decreto “Milleproroghe” è stabilito che si potrà agire fino al prossimo giugno. Sono stati gli eredi del combattente gelese a decidere di rivolgersi al legale per andare in giudizio.
A parti invertite vedrai come avrebbero pagato ed anche di corsa i tedeschi . Mi sa che i tedeschi non pagheranno proprio ( vedi caso thissenkrupp che fine hanno fatto i dirigenti ) .