Gela. Il Comune deve restituire l’area usata per la realizzazione di uno degli edifici del comando della polizia municipale e risarcire i proprietari. I giudici del Tar Palermo hanno in gran parte accolto il ricorso avanzato dai legali dei titolari dei terreni, rappresentati dagli avvocati Gaetano Barbagallo e Salvatore Psaila. Quell’esproprio e le procedure adottate dagli uffici comunali non furono legittimi. “Nel caso in esame, non v’è dubbio il ricorso sia del tutto ammissibile nella sua domanda articolata in via residuale volta alla restituzione del bene previa riduzione in pristino, così dovendosi disattendere le eccezioni sollevate dal Comune resistente tenuto conto della natura permanente dell’illecita occupazione del fondo rimasto in proprietà dei ricorrenti”, si legge nelle motivazioni della sentenza. I magistrati palermitani hanno delineato anche i parametri del risarcimento, “il 5 per cento del valore venale dei suoli (valore da determinarsi avuto riguardo alla vocazione economica e alla destinazione urbanistica dei suoli, tenuto conto delle effettive possibilità edificatorie dei suoli stessi, residuate alla realizzazione delle opere pubbliche) individuato per ciascun anno di occupazione”.
I primi provvedimenti rilasciati da Palazzo di Città risalgono a metà degli anni ’90. Il risarcimento, stando alla decisione, dovrà essere garantito entro un termine di centoventi giorni. Una sentenza che però non esclude l’opzione dell’acquisizione sanante da parte dell’ente, che in questo modo manterrebbe la disponibilità dell’area ma con “la liquidazione al privato del relativo indennizzo, con salvezza in ogni caso del diritto al risarcimento del danno per il periodo di occupazione senza titolo”.
