Colpì e ferì un dirigente ministeriale, gelese agì su commissione: giudizio immediato per tentato omicidio
Si sarebbe trattato di una presunta ritorsione, sullo sfondo di rapporti professionali e lavorativi. L'ordine sarebbe partito da un collaboratore del dirigente
Roma. Avrebbe agito su commissione e un anno fa entrò in azione colpendo ripetutamente, con un pesante bastone, il dirigente del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, Vittorio Rapisarda, che guida inoltre il provveditorato alle opere pubbliche di Lazio, Abruzzo e Sardegna. Rimase ferito nell'androne della sua abitazione, a piazza di Spagna, a Roma. Per gli investigatori capitolini, fu il gelese cinquantacinquenne Giancarlo Santagati ad aggredire il dirigente. E' accusato di tentato omicidio e nei suoi confronti è stato disposto il giudizio immediato. Stando ai pm della procura di Roma e ai carabinieri, Santagati, che vive in provincia di Viterbo, prese di mira Rapisarda dando seguito a un piano più ampio, escogitato dal sessantatreenne Daniele Moretti. Quest'ultimo era un collaboratore di Rapisarda. La spedizione punitiva l'avrebbe decisa a causa di un ridimensionamento delle mansioni che il dirigente aveva disposto nei suoi confronti. Si sarebbe trattato di una presunta ritorsione, sullo sfondo di rapporti professionali e lavorativi. Moretti, in base alla ricostruzione degli inquirenti, conosceva Santagati. Entrambi risiedono nello stesso centro in provincia di Viterbo, Vetralla. L'operaio gelese avrebbe accettato l'incarico di colpire Rapisarda. Per gli inquirenti, avrebbe potuto uccidere. La procura romana ha chiesto e ottenuto il giudizio immediato per entrambi. A Santagati (difeso dal legale Paolo Delle Monache) viene contestata inoltre la rapina perché si allontanò dal luogo dell'aggressione portando via una borsa che Rapisarda aveva con sé. A Moretti (con il legale Federico Scognamiglio) viene addebitata pure la ricettazione: durante le perquisizioni, furono trovati circa ottantamila euro nella sua auto.
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