Cocchiara ucciso per errore, l’obiettivo era Lauretta: Alessandro Emmanuello torna davanti ai giudici

 
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Gela. Gli elementi d’accusa che proverebbero il concorso del quarantanovenne Alessandro Emmanuello nel tentato omicidio di Vincenzo Lauretta e nell’omicidio di Vincenzo Cocchiara vanno rivisti. Confermato l’ergastolo per il duplice omicidio. Per questa ragione, i giudici della Corte di cassazione hanno annullato parzialmente con rinvio la sentenza della Corte d’assise d’appello di Caltanissetta che disponeva la condanna all’ergastolo ai danni di Emmanuello, non solo per questi fatti ma anche per il duplice omicidio di Orazio Coccomini e Salvatore Lauretta. Azioni di fuoco che si legavano alla faida, allora appena esplosa tra le famiglie di cosa nostra e quelle della stidda. A breve, si tornerà quindi davanti ai giudici della Corte d’assise d’appello di Catania. I magistrati romani hanno confermato l’ergastolo ad Emmanuello proprio per l’esecuzione mortale di Orazio Coccomini e Salvatore Lauretta, risalente al dicembre di ventinove anni fa. In questo caso, hanno ribadito la fondatezza delle dichiarazioni rese da collaboratori di giustizia come Rosario Trubia, a sua volta killer che fece parte del commando insieme allo stesso Emmanuello, e Luigi Celona.

Alessandro Emmanuello deliberò l’azione contro Vincenzo Lauretta e Vincenzo Cocchiara? Dubbi, invece, sono sorti circa la riconducibilità di un concorso nell’omicidio di Vincenzo Cocchiara e nel tentato omicidio di Vincenzo Lauretta, vero obiettivo dei killer a Capodanno di ventinove anni fa. “La Corte di appello non ha individuato gli elementi di prova in ordine al ruolo di mandante attribuito al ricorrente con riferimento ai fatti avvenuti il 31 dicembre 1987 – scrivono i giudici romani – episodio che, ancorché, inserito nel contesto della contrapposizione tra gruppi mafiosi, può essere ascritto al singolo partecipe soltanto in presenza della prova del suo contributo materiale o morale. Nella specie, tra le circostanze indicate dai collaboratori non è stato individuato nessun elemento specifico quanto alla partecipazione del ricorrente alla deliberazione dell’omicidio di Vincenzo Lauretta nella cui esecuzione aveva trovato la morte Vincenzo Cocchiara, ovvero quanto ad altro contributo causale attribuibile ad Alessandro Emmanuello”. Sotto questo profilo, nella sentenza si legge ancora che “è stato in più occasioni ribadito come l’appartenenza dell’imputato all’organismo centrale di un’organizzazione criminale di stampo mafioso, titolare del potere di deliberazione in merito alla realizzazione di singoli e specifici fatti criminosi, non è di per sé elemento sufficiente per la configurazione del concorso morale nel delitto di omicidio, essendo necessario che i singoli componenti, informati in ordine alla delibera da assumere, prestino il proprio consenso, anche tacito, fornendo così il proprio contributo alla specifico reato”. In questo modo, seppur in parte, sono state accolte le richieste avanzate nel suo ricorso dal legale di fiducia dell’imputato, l’avvocato Giuliano Dominici. Nel procedimento, parti civili sono cinque familiari delle vittime, tutti rappresentati dall’avvocato Carmelo Tuccio. Proprio alle parti civili, rispetto alla condanna confermata per l’omicidio di Orazio Coccomini e Salvatore Lauretta, è stato riconosciuto il diritto al risarcimento delle spese di giudizio. A breve, si tornerà davanti ai giudici della Corte d’assise d’appello di Catania, chiamati a rivedere il caso dell’omicidio di Vincenzo Cocchiara e del tentato omicidio di Vincenzo Lauretta.

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