Gela. Lo scorso dicembre, con il dispositivo letto in aula, il collegio penale del tribunale, presieduto dal giudice Roberto Riggio, escluse che gli imputati si mossero per conto dei Rinzivillo, ma confermò il traffico di droga, individuato nell’inchiesta “Cleandro”. E’ una delle costole processuali della maxi indagine “Extra fines”, concentrata sul boss Salvatore Rinzivillo. Sono state depositate le motivazioni e le difese si preparano a presentare i ricorsi in appello. Quattordici anni di reclusione sono stati imposti a Vincenzo Spiteri e Francesco Doddo. Solo per quest’ultimo (difeso dagli avvocati Angelo Cafà e Fabrizio Formica) non era contestata l’appartenenza all’associazione mafiosa e i legali hanno ribadito la sua estraneità ai fatti e a qualsiasi rapporto con il boss Rinzivillo. Tredici anni e dieci mesi di reclusione, invece, sono stati disposti per Giuseppe Cassaro. Tredici anni e quattro mesi, infine, per il gelese Riccardo Ferracane e per Gabriele Spiteri.
Gli agrigentini Giuseppe Cassaro, Vincenzo Spiteri e Gabriele Spiteri, avrebbero avuto contatti diretti per la droga in Germania, dove avevano anche vissuto. Il referente, in città, sarebbe stato Ferracane, mentre per Doddo i pm dell’antimafia nissena hanno individuato un ruolo da finanziatore. Per gli inquirenti, ad organizzare il traffico fu Rinzivillo, giudicato e condannato per questi fatti in abbreviato. L’inchiesta sulle tratte della droga si mosse parallelamente a quella sulla riorganizzazione del clan Rinzivillo, il cui nuovo capo sarebbe stato proprio Salvatore Rinzivillo, attualmente detenuto sotto regime di 41 bis. Tra i difensori degli imputati, ci sono gli avvocati Flavio Sinatra, Giovanni Lomonaco, Giuseppe Rapisarda e Walter Tesauro.