Gela. Le condanne d’appello risalgono a due anni fa. Nelle prossime settimane, saranno invece i giudici della Corte di Cassazione a valutare i ricorsi avanzati dai difensori del boss Salvatore Rinzivillo e di altri imputati coinvolti nell’inchiesta “Cleandro”. E’ stata fissata l’udienza. La scorsa settimana, i giudici di secondo grado hanno quasi del tutto confermato l’entità delle pene già imposte ad altri coinvolti, che hanno invece scelto il rito ordinario. Rinzivillo, condannato dalla Corte d’appello di Caltanissetta a vent’anni di detenzione per il traffico di droga ricostruito dai pm della Dda nissena e da quelli romani, e altri imputati, hanno invece scelto l’abbreviato. Per gli inquirenti, sarebbe stato proprio il fratello degli ergastolani Antonio e Crocifisso ad orchestrare l’affare della droga, con sponde principali in Germania, dove ad assisterlo c’erano, da quanto emerso, Ivano Martorana (per lui in appello è stata confermata la condanna a diciotto anni di detenzione) e Paolo Rosa (assolto per uno dei capi di imputazione e condannato ad undici anni a fronte dei dodici di primo grado). Condanne confermate dalla Corte d’appello per il gruppo di agrigentini che avrebbe avuto un ruolo nel traffico di sostanze stupefacenti. Nove anni di reclusione per Salvatore Gueli e Nicola Gueli (assolti in primo grado dalla contestazione mafiosa); quattro anni a Mario Cassaro (per il quale la contestazione mafiosa cadde davanti a gup del tribunale nisseno).
I ricorsi delle difese saranno valutati in Cassazione. I legali degli imputati hanno sempre escluso l’esistenza di un’organizzazione finalizzata al traffico di droga. L’indagine “Cleandro” scaturì dal maxi blitz “Extra fines”, per il quale Rinzivillo è già stato condannato, in attesa anche in questo caso del giudizio dei magistrati capitolini. Gli imputati, tra gli altri, sono difesi dagli avvocati Roberto Afeltra, Salvatore Pennica, Lillo Fumo e Alfonso Neri.