Gela. Con l’avvento del nuovo servizio rifiuti e anche nei giorni che l’hanno preceduto, l’amministrazione comunale non si è limitata a sostenere la causa dell’in house ma ha voluto appositamente ricordare il ruolo dei “responsabili”, quei consiglieri (civici e progressisti) che hanno consentito di approvare il Piano economico finanziario e il provvedimento Tari, oltre agli atti propedeutici. Tra i “responsabili” si sono posti i dem. In quella fase, alla testa del partito cittadino c’era l’ex segretario Guido Siragusa. Mentre in aula consiliare andava avanti l’iter del Pef, il centrosinistra cercava di compattarsi, anzitutto sul tema dei rifiuti. Si decise di sostenere il Piano economico finanziario, chiave di volta del nuovo servizio. “Il fatto che il nuovo servizio rifiuti stia già dando una prospettiva diversa alla città e agli utenti, che finalmente iniziano ad intravvedere dei miglioramenti, è sicuramente merito di chi quel Pef l’ha votato – dice – abbiamo ritenuto che quella fosse la strada necessaria. Si poteva essere d’accordo o meno con il servizio in house, ma l’esperienza negativa di Tekra doveva essere superata. Il Pd, il Movimento cinquestelle, i progressisti, l’indipendente Paola Giudice e i civici di “Una Buona Idea”, hanno deciso di stare con la città, evitando la melina invece attuata da chi probabilmente avrebbe preferito lasciare tutto invariato. Fosse stato per loro, staremmo ancora parlando di Tekra e di città sporca”. Siragusa, forse per la prima volta, ammette che pure nel Pd ci furono delle resistenze. “Qualcuno, nel partito, ci ha accusati di fare da stampella al sindaco e altri hanno preso le distanze mentre io e il consigliere Gaetano Orlando cercavamo invece di costruire una posizione univoca insieme agli altri pezzi del centrosinistra locale – aggiunge – oggi, invece, leggo post e ascolto interventi di pseudo dirigenti del Pd che probabilmente non hanno per nulla a cuore le sorti della città. C’è una critica che non si fonda su elementi concreti. Le contestazioni interne più consistenti arrivavano da chi con il sindaco e con l’amministrazione comunale ci andava spesso a braccetto. Personalmente, fin dal 2015, mi sono occupato del tema del servizio rifiuti e ho fatto parte di due commissioni di indagine. Peraltro, il servizio partito nel 2014 non era lo stesso che si è chiuso pochi giorni fa. Si era completamente trasformato e la città ne pagava tutte le conseguenze, assomigliando ad una pattumiera. Bisognava fare qualcosa e il Pd si è mosso in questa direzione”. Le priorità che si era dato il fronte progressista toccavano appunto il sistema rifiuti e il nuovo servizio oltre agli atti finanziari. “Un problema l’abbiamo risolto, con l’inizio del servizio in house – precisa Siragusa – anche sugli atti finanziari abbiamo scelto di dare una possibilità reale alla città. Certamente, se l’obiettivo non venisse raggiunto, non sarà per nostre eventuali responsabilità, anzi”.
Servizio rifiuti e atti finanziari erano fonti della discussione interna al nascente centrosinistra. Adesso, i “responsabili” ritornano su quelle mosse anche se il passo indietro di Siragusa ha iniziato a riflettere una luce diversa sul Partito democratico, per alcuni alleati ora meno incline al cambiamento. L’ex segretario, così come tanti iscritti locali, attende l’assemblea del partito. Eventuali strade alternative non sono da escludere e il lavoro per un’area riformista potrebbe non essere solo una “provocazione”.