Cis fermo da anni, Greco: “Città tradita dallo Stato, Fitto non firma intervengano i parlamentari”

 
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L'ex sindaco Lucio Greco

Gela. Il Contratto istituzionale di sviluppo, così come l’area di crisi complessa. Due strumenti che avrebbero dovuto mutare in profondità la radice economica del territorio ma che di fatto sono rimasti quasi lettera morta. Ad oggi, il silenzio è totale sul Cis mentre per l’area di crisi l’accordo di programma è stato prorogato ma non si sa quando verranno definite le graduatorie per le proposte di investimento nell’area locale. Il sindaco Lucio Greco, questa volta, non usa tatticismi. “La città si sente tradita dallo Stato. Il riconoscimento del Cis è il giusto e dovuto risarcimento per il nostro territorio, vittima inerme in passato di un inquinamento ambientale pagato a caro prezzo. La nostra città non può perdere questo treno – spiega il primo cittadino – è tutto pronto da mesi eppure il ministro delle politiche di coesione sociale e per il Sud, Raffaele Fitto, non ha ancora apposto la propria firma sul decreto”. Greco, nei mesi scorsi, ha avuto diverse interlocuzioni con il consigliere Michele Palma, capo della segreteria del dipartimento delle politiche di coesione della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il Comune ha completato da tempo tutto il lavoro propedeutico. Ancora una volta, secondo il primo cittadino, a livello nazionale non si dà il giusto peso alla questione Gela.

“Non capisco perché si continui a perdere tempo – continua – Gela e Taranto sono città che hanno subito danni non quantificabili in ambito ambientale e di sviluppo, oltre che dall’industria. Per questi motivi, torno a chiedere l’intervento autorevole e indispensabile dei parlamentari nazionali eletti nel nostro collegio affinché possano contribuire a fare chiudere, prima possibile, il provvedimento autorizzativo che coinvolge altri Comuni che rientrano nell’area di crisi complessa, con Gela capofila. Ricordo che i Contratti istituzionali di sviluppo sono strumenti che possono essere utilizzati per valorizzare e rilanciare il nostro territorio, attraverso investimenti e opere infrastrutturali di rilievo nazionale, interregionale e regionale”. Da almeno due anni, non si sa nulla delle sorti del Cis per il territorio locale.

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