Gela. In più occasioni, il sindaco Lucio Greco ha citato il Contratto istituzionale di sviluppo, come soluzione di svolta per rilanciare il territorio, anche a seguito di ciò che non si è mai concretizzato, invece, con l’area di crisi complessa e l’accordo di programma. L’avvocato, sul tema, ha scelto di tenere un profilo piuttosto basso, almeno in questa fase, e senza rilasciare dichiarazioni pubbliche. Pare che contatti con il ministro per il Sud, la forzista Mara Carfagna, ce ne siano stati. Già nel precedente governo, quello retto dal premier Giuseppe Conte, era stato l’ex ministro dem Giuseppe Provenzano a mettere sul tavolo proprio il Cis, sollecitato dai dem del territorio, con i quali mantiene uno stretto legame politico. Il ministro Carfagna, sui Cis, è intervenuta a fine novembre, su sollecitazione del senatore grillino Pietro Lorefice, che ha posto domande all’esponente del governo Draghi, durante un’audizione in quattordicesima commissione. Il ministro, nella sua risposta, ha fatto un elenco, piuttosto dettagliato di tutti i Contratti istituzionali di sviluppo già definiti o pronti per essere siglati. Tra gli altri, ha indicato quelli per le aree della “Terra dei fuochi”, in Campania, ma anche i Cis per Taranto (con un iter in fase piuttosto avanzata), “Foggia Capitanata”, e ancora Napoli, Cosenza e “Vesuvio Pompei”. Ha indicato, almeno per alcuni, le cifre previste, che arrivano a supera anche i cento milioni di euro. Nessun riferimento preciso, invece, per Gela. Il ministro, rispondendo al senatore Lorefice, ha solo indicato che sono giunte “altre sollecitazioni da Sicilia e Sardegna”. L’esponente del governo Draghi ha anche precisato che “farà il punto nelle prossime settimane”. Difficile, quindi, che per il Cis locale si possa sbloccare qualcosa nell’arco di pochi mesi, anche perché serviranno comunque tavoli tecnici, che possono protrarsi per parecchio tempo. Probabilmente, il sindaco dovrà dare qualche ragguaglio in più, visto che il Cis potrebbe avere un ruolo consistente, assorbendo altri strumenti di finanziamento, che ad oggi non hanno prodotto quasi nulla sul territorio.
Lorefice, ancora, ha chiesto al ministro di fare il punto sulle risorse destinate agli enti locali per il Pnrr. Il senatore grillino, come hanno testimoniato vicende locali sul “Patto per il Sud”, teme che i Comuni non abbiano strutture tecniche, pronte per gestire fondi e progettazione. Il rischio, alto, è di non rispettare i tempi previsti, andando incontro al taglio dei fondi. Carfagna ha risposto, richiamando i bandi per l’assunzione di esperti e le convenzioni che gli enti locali possono stipulare, per avere un supporto professionale, da destinare solo alla progettazione per il Pnrr. Per il ministro, è stata predisposta “una rete di protezione”. Un tema che inevitabilmente riguarderà anche Palazzo di Città, che già sconta numeri ridotti al minimo per il personale tecnico da destinare alla progettazione, tanto da rendere necessaria l’individuazione di professionisti esterni.