Gela. La tensione, anche politica, si fa palpabile e si gioca tutta intorno all’emergenza sanitaria in atto. Una parte della maggioranza del sindaco Lucio Greco si schiera con l’opposizione e fa fronte comune nel chiedere “coraggio” all’avvocato, anche per assumere “iniziative che tutelino la salute dei cittadini, magari scelte impopolari, contro le direttive nazionali, ma nell’ambito dei poteri di un sindaco che agisce da buon padre di famiglia”. Lo spiegano i componenti della commissione consiliare sanità, che si erano già apertamente opposti alla riapertura del mercato settimanale. Secondo il presidente Rosario Trainito e gli altri componenti Carlo Romano, Sandra Bennici e Giuseppe Guastella (il dem Gaetano Orlando non ha condiviso questa posizione), non bisogna solo chiudere il mercato e le scuole, ma “le piazze e il lungomare che sono diventati durante il fine settimana luoghi di ritrovo trascurando che l’unico modo per sconfiggere la diffusione della pandemia è rimanere a casa”. I consiglieri sono drastici e avvisano il primo cittadino. “Se il sindaco non è in grado di gestire questa emergenza – aggiungono – passi il timone a qualcun’altro, magari ad un commissario ad acta”. Una posizione politicamente molto forte, perché condivisa da esponenti di opposizione e maggioranza, che non sono affatto convinti delle scelte del sindaco.
“Si deve uscire solo per necessità, per motivi di lavoro e di salute e non per trascorrere tempo all’aperto e incontrare gli amici, ritenendo che la mascherina vada indossata come un normale accessorio – concludono – un lockdown volontario di almeno dieci giorni potrebbe servire ad arginare una situazione non più controllabile. Il “Vittorio Emanuele”, centro Covid, sta lottando ogni giorno con coraggio e abnegazione. Siamo vicini a tutti i medici che sono stati contagiati nello svolgimento della loro missione, perché di una vera missione si parla”. Nelle scorse ore, molto duri contro la scelta di non chiudere le scuole si sono dimostrati anche i consiglieri di “Avanti Gela” Salvatore Scerra e Gabriele Pellegrino, che hanno stigmatizzato le parole di Greco, bollandole come “irresponsabili”.
