Chiesa-convento di San Michele | Il miracolo che non conosci che fece di Caltanissetta la città dell’Arcangelo

San Michele, complesso cappuccino di Caltanissetta: peste del 1625, architettura sobria, tesori d’arte e mostra permanente da scoprire.

A cura di Redazione
19 luglio 2025 15:00
Chiesa-convento di San Michele | Il miracolo che non conosci che fece di Caltanissetta la città dell’Arcangelo - Foto: AlessandroAM/Wikipedia
Foto: AlessandroAM/Wikipedia
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La chiesa-convento di San Michele di Caltanissetta è molto più di un semplice luogo di culto: nasce da un evento prodigioso che cambiò il destino cittadino. Nel 1625, mentre la peste divorava la Sicilia, l’arcangelo apparve al cappuccino Francesco Giarratana all’ingresso occidentale della città; l’epidemia non oltrepassò le mura e il Senato elesse San Michele patrono. Il complesso sorse subito dopo, appena fuori porta Sant’Antonio, e da quattro secoli intreccia spiritualità, arte e memoria. Dalla sua fondazione ha attraversato rivolte antiborboniche, lo sbarco garibaldino e i bombardamenti del 1943; oggi ospita anche un centro di ascolto per i più fragili, fedele allo spirito francescano di servizio.

Dalla peste del Seicento al patrono di Caltanissetta

Fondato nel 1625 dai Cappuccini grazie alle donazioni della nobiltà locale, il convento fu eretto su un’altura che domina la vallata di Sala Sallemi. Le cronache narrano che, quando un appestato stava per varcare la porta occidentale, l’arcangelo apparve «con la spada fiammeggiante» e l’uomo cadde morto all’istante: nessun altro contagio fu registrato. Il Senato, nella seduta del 24 giugno 1626, proclamò San Michele patrono e stanziò fondi per una nuova chiesa capace di custodire la statua lignea dell’arcangelo, opera barocca che ancora oggi guida la processione del 29 settembre, rito che da quasi quattro secoli attraversa il centro storico.

Architettura cappuccina e tesori d’arte

L’edificio unisce la sobrietà cappuccina a influssi tardo-rinascimentali: facciata a capanna, portale in pietra di Sabucina, campanile quadrato eretto nel 1703. All’interno spicca il crocifisso ligneo del XVII secolo, annerito dal fumo delle candele e venerato come “Signore della città” — una delle più antiche icone della devozione nissena. La navata unica custodisce tele di scuola palermitana, tra cui un San Francesco attribuito a Pietro Novelli e un San Michele di Fra Felice da Sambuca; nel chiostro a quattro braccia un pozzo rivestito di maioliche seicentesche introduce a celle che conservano antifonari pergamenacei, legature lignee e paramenti provenienti dalle prime missioni cappuccine.

Curiosità

La cappella ha ospitato la mostra permanente «Tre secoli di opere d’arte»: dipinti di Frattallone, Giambecchina, sculture lignee ed ex-voto che coprono un arco dal XVII al XX secolo. Il percorso permette di salire sul coro ligneo sopraelevato, da cui si coglie l’allineamento dell’altare all’alba settembrina: un dettaglio che ricorda ogni anno il miracolo originario e rende il complesso uno dei luoghi identitari di Caltanissetta

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