Gela. Bonifiche, ritardi, danni alla salute dei cittadini. Il tema è tutt’altro che superato. La commisione vuole chiarezza sulle aree dismesse. Se ne continua a parlare non solo a Palazzo di Città ma anche tra le aule del tribunale. Nelle scorse ore, i componenti della commissione ambiente e sanità si sono riuniti per stilare un primo cronoprogramma. In base a quanto emerso, si mira soprattutto all’attuazione di un vero e proprio piano amianto, ovvero un monitoraggio che possa consentire di valutare la presenza delle pericolose fibre non solo all’interno della fabbrica Eni di contrada Piana del Signore ma anche al di fuori di quel perimetro, ovvero nelle aree cittadine. La commissione presieduta dalla grillina Virginia Farruggia, composta anche da Crocifisso Napolitano, Giuseppe Ventura, Maria Pingo e Salvatore Farruggia, cercherà di fare chiarezza anche intorno alle aree dismesse proprio della raffineria di contrada Piana del Signore. “Vogliamo capire – dice la stessa Farruggia – chi si dovrà occupare di bonificarle. Se è vero che ci sono tante aziende interessate ad investire in queste aree non più utilizzate da Eni, sarà comunque necessario un intervento di bonifica. Chi sceglie d’investire in aree contaminate? A questo punto, valuteremo quale sarà il ruolo del ministero e che tipo di fondi metterà a disposizione per le attività di bonifica, senza dimenticare il ruolo dei privati e della stessa Eni”. Tra le priorità della nuova commissione ambiente e sanità, c’è anche l’ospedale Vittorio Emanuele. I componenti vogliono capire se effettivamente i programmi annunciati dal management Asp verranno rispettati, soprattutto sul fronte degli investimenti per migliorare la dotazione del Vittorio Emanuele.
Il Comune si costituisce dopo il ricorso che mira a bloccare gli impianti Eni e ad avviare le bonifiche. Intanto, proprio nelle scorse ore, è arrivata la firma del sindaco Domenico Messinese e di tre suoi assessori, Fabrizio Morello, Simone Siciliano e Francesco Salinitro, sul provvedimento che introduce ufficialmente l’ente comunale nel procedimento civile sorto dal ricorso presentato dai legali di decine di cittadini contro tutte le società del gruppo Eni. Al centro delle richieste che verranno discusse davanti al giudice del tribunale Virgilio Dante Bernardi, c’è la perizia sul caso malformazioni redatta proprio a seguito di un altro procedimento avviato da una trentina di famiglie, a loro volta colpite da gravi casi di malformazioni. Nelle perizia si lega la presenza industriale alle patologie riscontrate. Così, con il ricorso proposto si chiede l’attuazione di una serie di provvedimenti d’urgenza tesi ad impedire ulteriori conseguenze all’ambiente e alla salute pubblica. Si parte dal fermo di tutti gli impianti della raffineria Eni e si arriva all’accelerazione delle procedure di bonifica, già indicate nel piano di risanamento ambientale emanato vent’anni fa. I legali che hanno scelto di agire dopo aver raccolto l’adesione di centinaia di cittadini, ovvero gli avvocati Luigi Fontanella e Laura Vassallo, hanno citato in giudizio anche il Comune, ente responsabile della salvaguardia della salute pubblica. Per questa ragione, la giunta ha già provveduto alla nomina dell’avvocato Mario Cosenza che dovrebbe costituirsi. Nel ricorso, tra le altre cose, i legali chiedono l’intervento della procura. “L’ente comunale e l’amministrazione sono stati chiamati in causa – dice il vice sindaco Simone Siciliano – mi pare doveroso costituirsi in giudizio per tutelare proprio l’ente che rappresentiamo”.