Gela. L’emergenza pandemica ha messo ancora di più in risalto le debolezze di un sistema sanitario cittadino, che si trascina tra il bisogno di nuovi servizi e la necessità di tappare le falle, create negli anni. Ignazio Giudice, della segreteria regionale della Cgil, è più che convinto che oggi si scontano le tante responsabilità politiche, che hanno fatto collassare la sanità locale. “Quanto vale una vita? Me lo chiedo da giorni mentre leggo l’ipocrita levata di scudi da parte dei politici a fronte dell’emergenza nella emergenza, la sanità siciliana. Era il 15 luglio 2021 quando mi recavo in ospedale, dopo aver saputo dell’arrivo della potentissima commissione sanità degli onorevoli Ars. La sfilata di promesse, buoni propositi, misti ad indignazione, a distanza di soli sei mesi, stride con quella delle ambulanze che trasferiscono pazienti a rischio, attendono ricoveri, girano per la città portando aiuto a chi a quelle promesse aveva voluto credere, più per disperazione che per reale sentire. Le falle del sistema sanitario sono tutte qui – dice – frutto di decenni di nomine da parte di politici e partiti, che oggi si travestono da vergini. Gli stessi che, come denunciato più e più volte, hanno oggi l’ardire di strapparsi le vesti, lanciando comunicati stampa, ora contro il sindaco, domani contro l’assessore, tra quarantott’ore ore contro uno dei direttori, sperando che gli elettori possano ripagarli con una comoda sedia. Una sedia vuota di etica, di senso di responsabilità ma soprattutto di quella voglia di fare, che manca alla politica. Fare per la collettività, senza il tornacontismo del potere individuale, famelicamente proporzionale al bisogno collettivo”.
Il sindacalista spiega quindi che sul terreno della sanità locale giocano le loro carte i potenziali candidati all’Ars, che però sono parte integrante di quei gruppi politici che hanno fatto ammalare il sistema locale. “Oggi non si prova vergogna per tutto questo, neanche un minimo pudore mentre si grida allo scandalo, puntando il dito contro una dirigenza che proprio loro hanno nominato – aggiunge – perché nessun cittadino ha il potere di farlo. Peccato che la vita di ognuno di noi sia legata alla salute e senza una sanità giusta, apartitica, etica, si va solo indietro, inesorabilmente indietro. La città continua ad essere titolo giornalistico nazionale e nessuno di loro prova vergogna. Stop alla campagna elettorale permanente”. In definitiva, per il segretario Cgil “la politica deve stare fuori dalla sanità”.