Gela. Servono altri chiarimenti, prima di una decisione complessiva su una diatriba che va avanti da tempo, quella della gestione dell’impianto di compostaggio dei rifiuti di contrada Brucazzi ma anche della discarica Timpazzo. I giudici amministrativi del Cga hanno intanto chiesto alle parti, l’Ato Cl2 in liquidazione e l’assessorato regionale dell’energia (attraverso il dipartimento acqua e rifiuti), di produrre l’atto che possa definire con precisione il periodo nel quale venne formalizzata l’acquisizione, da parte di Ato, della proprietà della discarica Timpazzo, che oggi è nella gestione della società in house “Impianti Srr” (controllata dalla Srr4), che porta avanti la vasca E oltre al sistema di trattamento meccanico biologico. Sia ai funzionari regionali che a quelli dell’Ato Cl2, i giudici del Cga avevano già chiesto di produrre una serie di atti, così da valutare l’effettiva dotazione dei beni dell’Ambito. Il commissario liquidatore dell’Ato Giuseppe Lucisano decise di impugnare una prima decisone, del Tar Palermo, che invece prevedeva il trasferimento alla Srr4 anche dell’impianto di compostaggio (così come disposto dalla Regione). Secondo Lucisano e i tecnici Ato, la legge regionale 9 del 2010 esclude che i beni già acquisiti prima dell’entrata in vigore della normativa vadano trasferiti, soprattutto in una fase di liquidazione, con l’esigenza di tutelare anche eventuali interessi dei creditori dell’ente. Per Lucisano, è fondamentale rispettare quanto disposto dalle norme, sia per il compostaggio che per la piattaforma di Timpazzo. Il tira e molla va avanti da tempo e l’Ato ha impugnato, presentando ricorso al Consiglio di giustizia amministrativa. I giudici del Cga, almeno sull’impianto di compostaggio, sembrano aver definito la linea.
“La documentazione prodotta dalle parti chiarisce che l’impianto di compostaggio è stato acquistato dall’appellante dopo la costituzione della stessa e prima dell’entrata in vigore della l.r. 8 aprile 2010 n.9 ed è stato ampliato e ristrutturato dall’appellante con fondi pubblici, interni e comunitari”. Va approfoìndita la situazione della discarica Timpazzo. Il Cga, nell’ordinanza rilasciata, riporta che “continua a non essere chiaro come e quando sia stata acquisita nel patrimonio dell’Ato la discarica, in quanto l’amministrazione ha elencato i vari atti di finanziamento pubblico dell’ampliamento e ammodernamento della stessa, dandone per scontata la proprietà in capo all’Ato, ma senza indicare (né produrre) l’atto di acquisto dell’immobile, la cui acquisizione è indispensabile ai fini della valutazione della situazione patrimoniale in rapporto all’art. 7 della L.R. n. 9/2010, che esclude dal fondo di dotazione “i beni già trasferiti ai consorzi ed alle società d’ambito, esistenti alla data di entrata in vigore della presente legge”. Entro trenta giorni le parti dovranno far pervenire gli atti mancanti, rispetto alla discarica Timpazzo. I magistrati amministrativi ritorneranno sulla vicenda, il prossimo marzo, e a questo punto decideranno anche su Timpazzo, che è il nodo fondamentale di tutto il sistema locale dei rifiuti.