Gela. Sono quasi trecento i soggetti autistici che non ricevono assistenza in città. In prevalenza sono bambini ma non mancano gli adulti.
L’indice accusatorio è puntato contro il mancato avvio del Centro diurno del distretto sanitario appartenente all’Azienda sanitaria provinciale.
Era stato il direttore generale dell’Asp, Ida Grossi, ad annunciare l’avvio del servizio in città che invece è stato inaugurato a San Cataldo. Su quest’ultima vicenda è intervenuto anche Salvatore Russello, segretario provinciale della Cisl, che nel denunciare il mancato avvio del Centro diurno in città evidenzia “la difficoltà di intercettare nelle scuole i giovani alunni autistici che, quindi, non possono seguire i relativi percorsi di cura della sanità pubblica. In città – aggiunge Russello – i soggetti autistici sono costretti a fare ricorso all’unica struttura privata e convenzionata come l’Aias, retta da Anna Maria Longo, anche se nemmeno il centro di contrada Borgo Manfria è stato autorizzato a interessarsi dei bimbi autistici del territorio”.
Secondo le prime indiscrezioni, confermate dalla responsabile Longo, “l’Aias ha dato disponibilità ad ampliare l’assistenza facendo rientrare il servizio nel budget esistente, senza, quindi, pretendere ulteriori somme”. Fermo al palo anche il servizio scolastico di cura e assistenza dei soggetti autistici. Grazie all’Aias un progetto pilota era stato avviato con il supporto di personale qualificato e psicologi, naufragato dopo tre mesi.
Negli scorsi mesi, infine, si era tornato a parlare di avvio della prima struttura sanitaria di cura e assistenza dei soggetti autistici del territorio. Dalla sinergia tra della sinergia tra l’amministrazione comunale e l’Asp sarebbe dovuta nascere una struttura capace di assistere circa soggetti. Il Comune aveva individuato i locali, mettendoli a disposizione, nella sede di via Marsala. L’’Asp, invece, avrebbe dovuto garantire il personale sanitario, mentre l’associazione “Il labirinto di carta” presieduta da Lorella Moscato aveva messo a disposizione la propria esperienza per il controllo sulla qualità dei servizi.
Il manager dell’Asp, Ida Grossi, aveva assicurato l’avvio del servizio parlando di una azione di sinergia con il comune che ha messo a disposizione i locali di via Marsala per realizzare una struttura di cura e assistenza dei soggetti autistici.
“Siamo alle solite – accusa Russello – i direttori generali promettono l’avvio di nuovi servizi ma poi vanno via senza fare nulla. Il Centro diurno non è stato realizzato come l’Utin (Unità intensiva neonatale), con ripercussioni negative sulla popolazione costrette ad andare via per rivolgersi alle strutture ospedaliere più attrezzate. Anche la farsa della politica, con il consiglio monotematico in ospedale sulla Sanità non ha sortito nessun risultato”.