Gela. Un primo passo in avanti, nella vertenza degli operai della Turco Costruzioni, è stato mosso nelle scorse ore. C’è la regolarità del Durc contributivo, che la proprietà attendeva da Eni. Un “verdetto” che consente la ripartenza dei cantieri aziendali, anche in raffineria. “Non è la soluzione all’intera vicenda – spiegano gli edili di Fillea, Filca e Fenal – ma, sicuramente, permette all’azienda di incassare i pagamenti da Eni e, quindi, di saldare le spettanze arretrate ai lavoratori”. I presidi, però, rimangono, estesi anche all’area industriale di Brucazzi. “Non possiamo permettere la perdita di trentasei posti di lavoro – dice il segretario provinciale della Filca Cisl Francesco Iudici – mi meraviglio della politica, quasi del tutto assente. Molti sono a caccia dell’ultimo voto, ma non hanno avuto il coraggio di farsi vedere ai presidi. Dovrebbero ricordare che anche la vicenda Turco si collega al protocollo di riconversione di quattro anni fa, condiviso proprio dalla stessa politica locale”.
I presidi e la protesta. Dalla prefettura di Caltanissetta non è ancora arrivata una convocazione ufficiale, che dovrebbe servire a comprendere se ci siano aziende pronte ad assorbire i trentasei licenziati. “I lavoratori sono esausti – conclude Iudici – i presidi vengono mantenuti da una settimana, ma la loro protesta è iniziata ventotto giorni fa. Non nascondo che, senza retribuzioni, un operaio, preso dalla sconforto, avrebbe voluto farla finita, togliendosi la vita. Questo non si può accettare”.