Cavallo, "con le piogge disagi e incuria dovuti all'amministrazione"
Cavallo sulle piogge e le conseguenze prodotte
Gela. La pioggia diventa ancora una volta oggetto di disamina da parte dell'opposizione, rispetto ai disagi generati in città. Il consigliere comunale FdI Sara Cavallo, ancora una volta, ritiene che ci siano gravi responsabilità dell'amministrazione comunale. "Ancora una volta, la pioggia trasforma la città in un campo di battaglia. Quartieri allagati, arterie principali impraticabili, cittadini costretti a restare chiusi in casa o a muoversi tra torrenti di fango e tombini esplosi. Un disastro annunciato, che ogni anno si ripete puntualmente e che ha un solo, chiaro responsabile: l’amministrazione comunale, totalmente assente nella manutenzione ordinaria della città. Le caditoie sono otturate, i tombini non vengono puliti da mesi, forse da anni. Eppure, sappiamo bene che la manutenzione del sistema di raccolta delle acque piovane non è un’emergenza stagionale, ma un lavoro che va programmato, seguito, verificato. Invece, nulla. L’acqua piovana diventa ogni volta un incubo, con danni alle strade, alle abitazioni, ai commercianti, e soprattutto alla sicurezza dei cittadini. In aula consiliare, qualcuno ha perfino il coraggio di accusare i consiglieri di opposizione di non protestare abbastanza. Ma la protesta senza ascolto è solo rumore, e noi da tempo denunciamo una gestione superficiale e inefficiente, dove la manutenzione è l’ultima delle priorità. Serve una svolta vera: piani di manutenzione programmata, controllo puntuale del territorio e rispetto per i cittadini. Gela non merita di vivere nel fango ogni volta che piove. Gela merita una città che funzioni, un’amministrazione che lavori e una politica che torni a occuparsi davvero del bene comune", dice Cavallo. Il dissesto ha ridotto al lumicino le risorse destinate alle manutenzioni ma per il consigliere va fatto di più. "Oggi non bastano più le scuse o le promesse: servono responsabilità, competenza e la volontà di affrontare i problemi strutturali della città. Perché Gela non sia condannata a essere sommersa dall’acqua né sommersa dall’incuria", conclude.
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