Caso Rugolo: nessuna sentenza, Antonio Messina convocato dalla Santa Sede
Salta la sentenza per don Rugolo: assente Antonio Messina, convocato in Vaticano. Ora cresce l'attesa per il processo a Gisana e Murgano.


Enna. Slitta ancora la verità giudiziaria sul caso Rugolo. La sentenza d’appello per don Giuseppe Rugolo, il sacerdote condannato in primo grado a quattro anni e mezzo per violenza sessuale su minori, non sarà emessa il 27 maggio. Lo ha annunciato, senza giri di parole, la presidente della Corte d’Appello di Caltanissetta, Roberta Serio, al termine di un’udienza dai toni tesi e ricca di ombre.
L’imputato era assente, ma l’assenza più clamorosa è stata quella di Antonio Messina, il giovane archeologo che per primo ha denunciato gli abusi. Con lui mancava anche la sua avvocata, Eleanna Parasiliti. A spiegare il motivo è stato l’avvocato di parte civile Giovanni Di Giovanni: “Sono stati convocati in Vaticano”. Una frase che pesa come un macigno, suggerendo un’attenzione diretta da parte della Santa Sede.
Una convocazione che arriva in un momento cruciale. L’attuale Papa, Leone XIV, già Prefetto del Dicastero per i Vescovi, conosce bene la vicenda. Fu lui, infatti, nel marzo 2024 a ricevere il dossier di Messina e a inviare un visitatore apostolico nella diocesi di Piazza Armerina per indagare sul comportamento del vescovo Rosario Gisana e del vicario Vincenzo Murgano, ora entrambi rinviati a giudizio per falsa testimonianza.
“Sono grato per l’ascolto ricevuto dalla Commissione Pontificia per la Tutela dei Minori – ha dichiarato Messina – ma per ora preferisco mantenere il riserbo sui contenuti dell’incontro. Spero solo che si arrivi a una verità anche in sede ecclesiastica, che possa essere d’esempio per altre vittime.”
In aula, intanto, le tensioni si sono fatte palpabili. L’avvocato Mauro Lombardo, legale della parrocchia di San Giovanni (teatro presunto degli abusi), ha attaccato la sentenza di primo grado definendo le indagini “superficiali e lacunose”. Gabriele Cantaro, difensore della curia, ha parlato di “accanimento mediatico” contro Gisana e sollevato eccezioni giuridiche: “Andava citata la diocesi, non la curia, che è solo un ufficio”.
Tutto si muove in attesa del prossimo snodo cruciale: il 26 maggio, al tribunale di Enna, si aprirà il nuovo filone giudiziario che vede Gisana e Murgano imputati per falsa testimonianza. Secondo l’accusa, avrebbero mentito sotto giuramento nel tentativo di proteggere Rugolo.
Una vicenda dai contorni sempre più inquietanti, che ora si gioca su due fronti: quello giudiziario e quello ecclesiastico. E al centro resta la voce – oggi silenziosa ma sempre più ascoltata – di Antonio Messina.