Caso del cane maltrattato a Butera: sospetti sull'autenticità del video
Il sindaco e i carabinieri invitano alla cautela: alcuni video diffusi sui social potrebbero essere manipolati e l’uomo coinvolto è affetto da fragilità psichiche.

Butera. È diventato virale sui social il video dell’attivista animalista Enrico Rizzi che arrivato a Butera dopo le segnalazioni di presunti maltrattamenti su un cane, ha sottratto fisicamente l’animale dalle mani del suo proprietario, accusato di averlo picchiato . Una scena cruda, dai toni drammatici, che ha suscitato l’indignazione pubblica e acceso nuovamente i riflettori sulla tutela degli animali in Italia. Tuttavia, dietro quella che sembrava una storia lineare di eroismo e giustizia, si cela una vicenda più complessa. Le autorità locali, infatti, respingono le accuse di mancato intervento e fanno chiarezza su una situazione che affonda le sue radici nei mesi precedenti. Il comandante del reparto territoriale carabinieri di Gela , Marco Montemagno, ha precisato che l’uomo segnalato da Rizzi era già stato attenzionato dalle forze dell’ordine. Già nel mese di giugno, infatti, i carabinieri erano intervenuti, sottraendo un primo cane al soggetto denunciato e affidandolo a un’associazione animalista. “Le denunce dei cittadini non sono rimaste inascoltate,” ha ribadito Montemagno. “A giugno abbiamo già informato la Procura della Repubblica dopo aver accertato i fatti segnalati.”
Anche il sindaco di Butera, Giovanni Zuccalà, ha ritenuto necessario intervenire con un post pubblico per fare chiarezza.
“Credo sia importante informare i cittadini sull’evolversi della situazione. La vicenda ha generato tensione e disinformazione. Il cittadino protagonista dei presunti maltrattamenti è stato già seguito dai servizi sanitari. È stato disposto un accertamento sanitario obbligatorio, ma non sono emerse condizioni di pericolo per sé o per gli altri.” Zuccalà ha inoltre invitato i cittadini alla prudenza nella diffusione di video sensibili, alcuni dei quali potrebbero essere stati manipolati o contenere audio sovrapposti per creare un effetto più drammatico. Le immagini pubblicate da Rizzi hanno generato una reazione emotiva immediata, ma hanno anche sollevato interrogativi sull’autenticità del materiale diffuso e sull’impatto che certe esposizioni pubbliche possono avere su persone fragili. “Non possiamo ignorare il fatto che dietro questa storia ci sia anche un essere umano con una patologia,” ha sottolineato il sindaco. “È fondamentale agire con buon senso, tutelando sia gli animali sia la dignità delle persone coinvolte.”
Saranno ora decisivi i referti delle visite veterinarie sui due cani sequestrati per chiarire se abbiano effettivamente subito maltrattamenti. In base a queste risultanze sarà possibile confermare o meno l’ipotesi di reato, che potrebbe avere rilevanza penale.
Il caso di Butera mette in evidenza l’importanza della collaborazione tra cittadini, attivisti e istituzioni, ma anche i rischi legati alla diffusione non verificata di contenuti online. La tutela degli animali è un dovere morale e giuridico, ma deve viaggiare insieme alla tutela della verità e alla responsabilità sociale. Mentre le indagini fanno il loro corso, rimane alta l’attenzione pubblica su un tema che tocca la coscienza collettiva: il rispetto verso chi non ha voce — che si tratti di animali o di persone fragili.