Caso Borgo Valentina, Licata: “Di Stefano mente su tutto, è un bugiardo seriale”

 
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Gela. Una strategia della “menzogna”, messa in campo dal sindaco. Ne è convinto il commissario Dc Giuseppe Licata. Ieri sera, il sindaco Di Stefano, in aula consiliare, ha difeso l’operato del consigliere civico Giorrannello, ripreso con immagini di videosorveglianza su un mezzo di Ghelas, usato per rimuovere alcune panchine a Borgo Valentina. Il primo cittadino ha tirato in causa l’ex dirigente Cosentino, attuale consigliere comunale che ieri ha chiesto chiarimenti sui fatti, e l’allora assessore al ramo Licata, da tempo commissario Dc. L’esponente cuffariano punta al sindaco e sottolinea che quanto detto ieri “non corrisponde alla verità”. “Un sindaco menzognero”, sottolinea Licata. “È a dir poco avvilente ascoltare un sindaco che invece di censurare il comportamento non consono di un consigliere comunale, cosa fa? Lo ringrazia per aver girato in città su un mezzo della Ghelas e spara una raffica di stupidaggini, tanto false quanto ridicole. Il problema della menzogna nella politica è un problema certamente molto antico, ne parlava già Platone e con estrema lungimiranza ne parlavamo anche i sofisti. Avevano osservato che l’importanza del consenso nella democrazia implicava il primato dell’opinione, l’indebolimento della nozione di verità e dunque la possibilità della menzogna come arma politica. Per Di Stefano – sottolinea Licata – la menzogna sta assumendo un aspetto patologico. Mente su Macchitella Lab, mente ai comitati di quartiere, mente ai dipendenti comunali, mente sul bilancio, mente sulla pulizia, mente all’ ex vicesindaco Altamore e potrei continuare. Dimostra ancora una volta la sua totale inadeguatezza al ruolo che ricopre. Non solo continua a essere un bugiardo seriale e hanno ragione gli amici di Forza Italia ma riscontro nelle sue risposte, in questo caso a un consigliere di opposizione, una certa animosità e che dovrebbe invece avere nell’amministrare la nostra città, a oggi priva di un sindaco capace di affrontare i veri problemi”. Sulla vicenda di Borgo Valentina, l’esponente Dc smentisce il primo cittadino, con il quale ha condiviso l’esperienza nella giunta Greco.

“Andiamo nella questione che mi riguarda e alle varie stupidaggini riferite dal sindaco. Ha dichiarato che la città era in zona rossa, falso. Erano i primi mesi del 2021 ed eravamo usciti dalla zona rossa, anzi proprio in quel periodo ricordo la voglia dell giunta con il vicesindaco Di Stefano di ridare una speranza e un nuovo inizio per i cittadini e con l’amministrazione abbiamo portato avanti una serie di interventi in diverse zone della città di rigenerazione del verde e con l’istallazione o il ripristino di parchi gioco anche attraverso i patti di collaborazione con associazioni e comitati. Ci sono esempi concreti, a Cantina sociale con il parco giochi di Piazza Russello, nel giardino del quartiere Margi, a Macchitella nel parco Iqbal Masih, nonché a Borgo Valentina con il Parco dell’amicizia. Abbiamo provveduto alla pulizia – aggiunge l’ex assessore – alla piantumazione di piante e in alcune zone all’installazione di panchine, cestini e illuminazione. Il sindaco ha dichiarato anche che quell’area non fosse comunale. Falso, gli ricordo che l’area è del Comune, all’epoca della costruzione sono state cedute le aree al Comune e non sono state cedute solo le opere di urbanizzazione. Vada a studiare bene gli atti. Proprio agli inizi del 2021 gli abitanti del quartiere chiesero in una riunione con il sindaco Greco, del quale è stato vicesindaco per quasi quattro anni, la pulizia e l’installazione di panchine, che gli abitanti del quartiere, che ringrazio perché hanno provveduto a ripristinarle, vennero sistemate e verniciate, considerato che erano rovinate, in disuso e dislocate in via Marsala presso la sede operativa della Ghelas”. Gli esponenti Dc, a oggi, sono alla testa di un’opposizione assai intransigente e i rapporti con il sindaco sono al minimo storico. I tempi della giunta Greco sono ormai alle spalle e per Licata l’attuale sindaco si trincera esclusivamente dietro “le menzogne”.

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