Gela. La crisi idrica, come abbiamo più volte riferito, assume diversi connotati politici. L’amministrazione comunale sta cercando di ripristinare un ordine più o meno adeguato alle esigenze degli utenti, che troppo spesso rimangono privi di qualsiasi fornitura. Negli scorsi giorni, le segnalazioni di disservizi sono aumentate, a seguito di un guasto ad una delle condotte. Da Palazzo di Città, anche il sindaco ha fatto sapere che gradualmente si tornerà ad una copertura migliore. L’ex parlamentare Ars Miguel Donegani ha contestato un certo modus di agire dell’amministrazione, proprio sulla vicenda acqua. Il sindaco ha spiegato che non intende “prendere lezioni da chi portò Caltaqua in città”. Il leader del laboratorio “PeR” lo ha invitato a guardare nella sua maggioranza, “avendo il delegato dell’allora primo cittadino” e riferendosi al periodo del passaggio al sistema privato. “Non capisco a cosa si riferisca Donegani – dice il consigliere dem Giuseppe Fava che nel settembre di venti anni fa partecipò come delegato dell’allora sindaco Crocetta all’assemblea dell’Ato che si pose nella direzione del passaggio alla gestione privata – senza fare alcuna polemica, volevo ricordare, con delibera alla mano e pronto a renderla pubblica, che il Comune di Gela, in quell’occasione, fu l’unico a sostenere la soluzione del servizio da affidare ad una società a capitale interamente pubblico”. Fava ribadisce il concetto proprio su un tema decisamente delicato. Del resto, ad oggi la gestione privata non ha affatto risolto le tante criticità di un ciclo idrico che andrebbe rivisto in toto.
“Quella giunta fu ferma nel riferire, in sede Ato, cioè l’ambito che aveva la parola ultima sulla modalità di gestione – aggiunge Fava – che l’affidamento ad una società di capitali avrebbe generato una sorta di monopolio con l’aumento dei costi. Quando si fanno delle affermazioni, bisogna avere tutti gli elementi certi prima di pronunciarsi”. Il consigliere comunale, ancora una volta, come già capitato in seno alla vita del Pd cittadino, non sembra per nulla riconoscersi nelle posizioni di un altro dem di lungo corso come Donegani, che con il suo laboratorio “PeR” è all’opposizione dell’amministrazione Di Stefano, invece sostenuta dai democratici.
Finalmente qualcuno che ha il coraggio di dire la verità!!! Il popolo aveva scelto l’acqua pubblica… Ma a quanto pare il popolo non conta nulla. Eppure il popolo dovrebbe essere sovrano. La prego di insistere su questo punto Dott. Fava.
Andate a vedere il personale (assunto per chiamate segnalate da Spe… Fed… Don…& Company) che hanno creato uno stipendificio .
Muto dott. Fava e ricordi che , chi è senza peccato scagli la prima pietra.
Ma il problema non e’ se privata o pubblica ma anche se gestita da un privato bisognava non monopolizzare il sistema dando un incarico trentennale e invece doveva essere decennale max e se mal gestito cambiare società, ed inoltre mettere nel regolamento di assegnazione la postilla di rimborsare i cittadini in caso di disservizio con dimezzamento costo del periodo di disservizio o con rimborsi per ogni giornata di mancanza acqua.
Enzo, hanno fatto un contratto trentennale e anche impossibile da revocare. Se non sotto pagamento di fior di milioni a favore si caltaqua. Chissà perché I politici hanno acconsentito ad un contratto così assurdo. Io un’idea ce l’avrei.