Gela. Nuova protesta dei guardiafuochi dell’Archimede, che anche questa mattina hanno organizzato un presidio davanti agli uffici della Capitaneria di porto.
Ancora proteste. I toni della mobilitazione sono ancora più aspri. In alcuni striscioni mostrati dai lavoratori il comandante della locale capitaneria Pietro Carosia viene definito “Pinocchio”. I lavoratori, da anni impegnati al porto isola Eni, contestano proprio le scelte del comandante, che di recente ha aperto il servizio ad un’altra società, nonostante il numero ridotto di navi che arrivano nel sito industriale. “La verità verrà a galla”, c’era scritto negli striscioni, mostrati anche da alcuni operatori siracusani, che prestano servizio sempre per conto di Archimede. In più occasioni, con diverse ordinanze, il Tar Palermo ha bocciato le nuove autorizzazioni rilasciate dalla locale capitaneria.
Quelli dell’Archimede temono sia in atto un “piano” per estromettere del tutto il gruppo siracusano a vantaggio di poche altre aziende e dei barcaioli e ormeggiatori locali. Carosia, però, ha più volte ripetuto di applicare solo le norme, che gli consentono di rilasciare autorizzazioni, con i requisiti richiesti, quando le aziende ne facessero richiesta. I guardiafuochi temono seriamente di perdere il posto di lavoro, dovendo già sottostare ad un regime di contratti di solidarietà, e avrebbero già presentato denunce sull’intera vicenda. In tempo di crisi al porto isola, nessuno sembra voler soccombere e i veleni sono all’ordine del giorno.