Gela. L’impegno era stato assunto a conclusione di uno degli ultimi tavoli tecnici, tenutisi al Ministero dell’ambiente. In base a quanto deciso, a settembre, si sarebbe dovuto tenere un confronto diretto in città, tra tutte le istituzioni coinvolte, anche attraverso un monitoraggio nell’area del Biviere, dove secondo i responsabili del sito, in passato, sono stati smaltiti rifiuti pericolosi. L’obiettivo sarebbe di ottenere una caratterizzazione generale del territorio ricompreso nella Riserva orientata. L’impegno lo aveva strappato Emilio Giudice, che a sua volta partecipa ai tavoli tecnici. “Anche a verbale – spiega – questo punto è stato inserito. Adesso, attendo indicazioni dal ministero. Se non dovessi ricevere nulla entro questi primi giorni del mese, allora dovrò sollecitare e scrivere nuovamente al ministero”. Da tempo, i responsabili che gestiscono la Riserva chiedono verifiche sulla possibile presenza di fonti di contaminazione. Una prima caratterizzazione, relativa ad un’ex discarica di idrocarburi individuata nel perimetro, è stata effettuata, anche se ci sono voluti anni per il rilascio dei dati. La vasta presenza industriale che da decenni caratterizza il territorio, in passato, quando i controlli erano decisamente blandi (se non addirittura inesistenti) e in mancanza di precisi obblighi normativi, avrebbe favorito forme di smaltimento di rifiuti industriali, non in linea con quelli che sono i parametri attuali. Giudice ha chiesto più volte di variare i parametri delle verifiche, partendo dall’aspetto ecologico. Il punto dirimente, almeno secondo il responsabile della Riserva, rimane l’applicazione del piano di gestione, troppe volte rimasto inevaso. Non attuare le disposizioni del piano significa andare incontro a pesanti infrazioni.
“Purtroppo, le nostre osservazioni – conclude – molte volte cadono nel vuoto. Ci sono troppe anomalie e nessuna risposta, ad esempio sulla mancata sottoposizione a Vas delle opere previste nel protocollo di intesa di cinque anni fa, quello concluso tra Comune ed Eni”. Anche su questa vicenda, Giudice ha già scritto al ministero.