Gela. Un vasto incendio, negli scorsi anni, causò la distruzione di due capannoni aziendali tra le strade dell’area ex Asi, oggi Irsap, di contrada Brucazzi. I capannoni distrutti dalle fiamme. Dietro al rogo, ci sarebbero stati errori nei lavori di smantellamento del tetto di una delle strutture. Così, il giudice Miriam D’Amore ha condannato a un anno e quattro mesi di reclusione ciascuno due imputati. Si tratta di Vincenzo Riccelli e Alfonso Scerra. Si arrivò a loro, che avrebbero avuto comunque un ruolo in quegli interventi, attraverso l’esame dei sistemi di videosorveglianza della zona che ripresero anche due mezzi, una Fiat Multipla e un autocarro, riconducibili agli imputati, in transito nella zona solo pochi minuti prima del rogo. A respingere le accuse sono stati i difensori di fiducia, gli avvocati Giuseppe D’Aleo e Ivan Bellanti. Per le difese, infatti, non ci sarebbe stata alcuna correlazione tra gli interventi effettuati su uno dei capannoni e le successive fiamme. Il pubblico ministero Pamela Cellura, in aula a conclusione della sua requisitoria, ha chiesto la condanna degli imputati a due anni e mezzo di reclusione ciascuno. Alla fine, il giudice D’Amore ha emesso un verdetto più lieve. Parti civili nel procedimento, erano l’ex Asi, con l’avvocato Francesco Enia, e i titolari delle aziende i cui capannoni vennero avvolti dalle fiamme, con i legali Flavio Sinatra e Angelo Urrico. Legali che hanno chiesto la condanna degli imputati.