Campagne a secco, Randazzo (Flai): "Senza un piano serio, un intero comparto al collasso"
Una situazione generale molto grave che per il segretario provinciale della Flai-Cgil Giuseppe Randazzo non può essere sottovalutato ancora a lungo
Gela. Senza acqua nelle campagne, come abbiamo già riportato, un intero comparto economico e occupazionale è al collasso, compreso quello locale. Una situazione generale molto grave che per il segretario provinciale della Flai-Cgil Giuseppe Randazzo non può essere sottovalutato ancora a lungo. Le dighe sono fuori uso e i finanziamenti per gli interventi non sono sufficienti. “Mentre gli agricoltori affrontano una stagione segnata dalla siccità, dai costi in aumento e dalle produzioni di qualità a rischio, l’acqua delle dighe viene sversata in mare. Una situazione paradossale che mette in luce l’ennesimo fallimento della politica nella gestione delle infrastrutture e delle risorse idriche. Non è accettabile che interi territori agricoli soffrano la mancanza d’acqua e le dighe vengano svuotate perché non si è investito nella manutenzione e nell’ammodernamento delle infrastrutture. La politica dice di essere al fianco degli agricoltori ma intanto si disperde una risorsa essenziale. È urgente – spiega Randazzo - che il governo siciliano passi dagli annunci ai fatti, con un serio piano per la gestione e il riuso dell’acqua. Servono investimenti in infrastrutture idriche moderne, la manutenzione delle dighe, nuovi invasi e una governance capace di prevenire l’emergenza, non di inseguirla. La bocciatura dei trentuno progetti del Pnrr, purtroppo, non ha insegnato nulla”. Senza acqua nelle comapagne, alimentare la produzione è impossibile. “Con il serio rischio che i danni per le aziende agricole si ripercuotano direttamente sui lavoratori del settore, già alle prese con precarietà e salari insufficienti. Quando l’acqua manca e i raccolti calano gli agricoltori soffrono, ma a pagarne le conseguenze sono pure i braccianti agricoli di quei territori – aggiunge il sindacalista - meno giornate di lavoro e maggiore incertezza. La crisi idrica non è solo un problema ambientale ma è un problema sociale e occupazionale. Servono scelte coraggiose e una visione di lungo periodo. Non possiamo più permetterci di sprecare l’acqua né di lasciare soli agricoltori e lavoratori”.
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