Caltanissetta ebbe un impianto emblema della rivoluzione industriale, ecco l'incredibile storia
Mulino Salvati di Caltanissetta: primo mulino a vapore, pasta, radiologia e una causa legale. Scopri questa incredibile storia!
Nel centro di Caltanissetta, all’incrocio tra Via Salvati e Via Sallemi, sorgeva il leggendario Mulino Salvati, fondato nel 1866 da Francesco e Luigi Salvati. Questo impianto emblema della rivoluzione industriale locale era un vero e proprio mulino a vapore che macinava grano, produceva pasta e fungeva addirittura da centro radiologico e medico. Un simbolo di innovazione, oggi arma di contesa tra Stato e imprenditoria, e per molti, una straordinaria eredità dimenticata.
Il primo mulino a vapore e il polo agricolo-industriale
Appena dopo l'Unità, il Mulino Salvati fu il primo impianto a vapore a Caltanissetta, costruito su entrambe le sponde del torrente affluente del Palmintelli, vicino a una fontana‑abbeveratoio ora scomparsa. L’uso del vapore permise di aggirare i limiti dell’energia idrica locale, garantendo produzione continua di farina e pasta ‒ un vero passo avanti per l’agricoltura siciliana.
Il mulino conteneva anche un piccolo pastificio, dimostrando un ingegnoso modello integrato di trasformazione alimentare: dal chicco al prodotto confezionato, pronto per la vendita. Questo sistema ha anticipato di decenni la moderna filiera agroalimentare.
Medicina industriale: studio radiologico e battaglia legale
Un aspetto sorprendente fu la trasformazione del mulino in un centro medico, gestito da Vincenzo Salvati, fratello medico e sindacalista. Qui vennero attivati radiologia e elettrofototerapia, unendo industria e assistenza sanitaria sotto un unico tetto.
Tuttavia, l'espansione di infrastrutture ferroviarie – in particolare la galleria del 1872 – causò gravi danni alla struttura del mulino. Nacque così una lunga battaglia giudiziaria tra la famiglia Salvati e lo Stato, incentrata sul risarcimento per danni tecnici e patrimoniali: un vero scontro fra progresso urbano e tutela privata.
Declino, chiusura e memoria storica
Dopo aver operato fino al 1913, il mulino venne chiuso, usurpato dal pastificio Piedigrotta e da altre strutture che presero il sopravvento nel panorama alimentare locale.
Negli ultimi decenni l’ex Mulino Salvati è stato abbandonato, modificato e quasi cancellato, nonostante il suo valore come monumento di archeologia industriale. Nel 2009, Italia Nostra lanciò un appello per salvarne i resti, sottolineando l’importanza storica e architettonica dell’edificio ottocentesco.
15.2°