Gela. Il dipartimento regionale acqua e rifiuti cerca di stare al passo con i tempi dettati dal ministero. L’area della Riserva Biviere, infatti, è tra quelle che rientrano tra i siti orfani siciliani, finanziati per una serie di interventi di messa in sicurezza e bonifica. Sull’isola, i siti orfani sono in totale sette. Per la Riserva Biviere il fondo è da venticinque milioni di euro. In questi ultimi mesi, è stato trasmesso il piano integrativo per la caratterizzazione dell’area, a partire dalla zona nella quale vennero smaltiti, nel passato, idrocarburi. Il dipartimento regionale ha provveduto alla nomina di un funzionario interno alla burocrazia palermitana. Si occuperà di coordinare tutti i passaggi preliminari, ricoprendo l’incarico di responsabile unico del progetto e di responsabile del procedimento. Il decreto ministeriale prevede per la zona protetta del Biviere le attività di “progettazione, direzione, esecuzione e collaudo degli interventi di messa in sicurezza d’emergenza, Pdc (aggiornamento-integrazione), analisi di rischio, messa in sicurezza permanente, con confinamento o bonifica mediante scavo e rimozione di tutte le sorgenti attive di contaminazione primaria, risanamento delle matrici ambientali e ripristino ambientale delle aree”.
Sarà l’ingegnere Francesco Morga ad occuparsene. La Regione opererà, al fine di non perdere i fondi, attraverso “un intervento pubblico sostitutivo”. Non è stato individuato, con certezza, il responsabile della contaminazione. Il dipartimento interviene ma mantenendo ferma la possibilità di “ripetizione delle spese nei confronti del responsabile della contaminazione inadempiente, anche se successivamente individuato”. La Riserva viene classificata nel Sin di Gela. Gli operatori del Biviere, da anni, insistono affinché l’intera area venga sottoposta ad un monitoraggio complessivo, finalizzato ad attività di messa in sicurezza e bonifica. In base ai dati indicati nel decreto ministeriale, la zona interessata si estende su una superficie di 2.110.000 metri quadrati. Il ministero, per tutti i siti orfani italiani elencati nel provvedimento, calcola uno stanziamento complessivo di 500 milioni di euro. La copertura è la misura M2C4, investimento 3.4 del Pnrr e la conclusione delle attività è fissata al 2026.