Gela. Dopo il blocco dei contratti che legavano Eni all’azienda edile Turco Costruzioni, è iniziato il confronto tra sindacati e imprenditori di Sicindustria. Con i cantieri in raffineria della Turco fermi, probabilmente per sempre, l’unica soluzione praticabile, suggerita già durante l’incontro in prefettura di martedì, è quella dell’assorbimento dei lavoratori nell’organigramma di altre società dell’indotto. Così, nelle scorse ore, un primo incontro si è tenuto nella sede nissena di Sicindustria. Da valutare c’è l’eventuale disponibilità di imprenditori, che dovrebbero assumere gli operai, costretti a pagare le conseguenze più pesanti. Sindacati e lavoratori, inoltre, attendono un segnale proprio dai vertici della Turco.
Senza un licenziamento, non c’è alcuna possibilità di trasferimento in altre aziende, eventualmente pronte ad assorbire manodopera. I sindacati, sia delle sigle edili sia confederali, saranno impegnati a verificare anche la tipologia contrattuale che gli imprenditori decideranno di adottare. Gli operai della Turco, infatti, non sembrano così convinti di trovare nuovi datori di lavoro, solo con contratti a tempo determinato, sempre più diffusi nell’indotto della raffineria Eni.