Gela. Sono stati ammessi al giudizio abbreviato gli imputati, coinvolti nell’inchiesta antimafia “Stella cadente”. La decisione è stata formalizzata dal gup del tribunale di Caltanissetta, davanti al quale ci sono anche presunti capi della nuova stidda. Hanno ottenuto di essere giudicati con il rito alternativo Giuseppe Antonuccio, Giuseppe Alessandro Antonuccio, il collaboratore di giustizia Giovanni Canotto, Luigi D’Antoni, Bruno Di Giacomo, Giuseppe Giaquinta, Calogero Infurna, Emanuele Lauretta, Rosario Marchese, Gaetano Marino, Gianluca Parisi, Nicola Palena, Andrea Romano, Filippo Scerra, Alessandro Scilio e Gaetano Simone. Le richieste avanzate dalle difese sono state accolte. Il gup, invece, non si è ancora pronunciato sull’ammissione delle parti civili. Una decisione in tal senso dovrebbe arrivare alla prossima udienza, fissata per settembre. Hanno preannunciato l’intenzione di volersi costituire il Comune (con l’avvocato Ornella Crapanzano), la Cgil (con il legale Rosario Giordano), la Federazione antiracket (con l’avvocato Mario Ceraolo), tre esercenti che sarebbero finiti nel mirino degli stiddari (rappresentati dall’avvocato Valentina Lo Porto), l’ambulante Saverio Scilio (con l’avvocato Alessandra Campailla), Alessandro Scilio (che è anche imputato ed è rappresentato dall’avvocato Davide Limoncello) e ancora Rocco Di Giacomo, a sua volta imputato nel giudizio ordinario e difeso dal legale Antonio Gagliano. Anche l’Avvocatura dello Stato ha avanzato richiesta, nell’interesse della prefettura. Le difese degli imputati hanno sollevato diverse eccezioni sull’ammissibilità delle costituzioni di parte civile.
Secondo gli investigatori, gli stiddari erano ritornati a gestire molti affari sul territorio, dalla droga alle armi, cercando di imporre aziende di fiducia nelle forniture alle attività commerciali. Il comando sarebbe stato assunto dai fratelli Di Giacomo. Altri coinvolti sono a processo davanti al collegio penale del tribunale, dopo che i pm della Dda nissena hanno chiesto e ottenuto il giudizio immediato. L’inchiesta si è protratta per anni e ha avuto inizio dopo la scarcerazione di Bruno Di Giacomo, ritenuto ai vertici del gruppo. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Giacomo Ventura, Flavio Sinatra, Davide Limoncello, Giovanna Cassarà, Francesco Enia, Cristina Alfieri, Laura Caci, Rocco Guarnaccia, Maurizio Scicolone, Giovanna Zappulla, Ivan Bellanti e Rocco Di Dio.