Gela. Si sono susseguite fino alla prima serata di ieri le udienze davanti ai giudici del tribunale del riesame di Caltanissetta. I magistrati si sono riservati di decidere sui ricorsi avanzati dai legali di difesa degli indagati nella vasta inchiesta antimafia “Mondo opposto”. I pm della Dda nissena e i carabinieri hanno individuato la presunta rete del clan di Cosa nostra che avrebbe avuto come punto di convergenza i fratelli Alberto Musto e Sergio Musto (rappresentati dal legale Francesco Spataro). Intorno a loro, avrebbero gravitato Andrea Abaco, Francesco Amato, Francesco Cantaro, Francesco Cona, Giuseppe Manduca, Francesco Alessio Torre e Carlo Zanti. In sede di interrogatorio di garanzia, dopo gli arresti, si erano avvalsi della facoltà di non rispondere, tra gli altri, Gianni Ferranti e Giovanni Ferranti, padre e figlio (rappresentati dagli avvocati Joseph Donegani e Francesco Mascali). Stessa scelta per Davide Cusa, con il legale Maurizio Scicolone. Hanno optato per la facoltà di non rispondere, inoltre, i gelesi Emanuele Burgio (difeso dall’avvocato Flavio Sinatra) e Carmelo Raniolo (con il legale Nicoletta Cauchi). Tra i coinvolti, ci sono altri gelesi: Vincenzo Cannizzaro e Luigi Cannizzaro. Al riesame le difese hanno esposto una ricostruzione dei fatti tesa ad escludere un coinvolgimento degli indagati nell’organizzazione di mafia.
Gli investigatori hanno ricostruito estorsioni, danneggiamenti e intimidazioni. Inoltre, diversi coinvolti avrebbero avuto la disponibilità di armi. Le ordinanze sono state eseguite pure nei confronti di Giuseppe Auteri, Renè Salvatore Di Stefano, Alessandro Fausciana, Gaetano Fausciana, Salvatore Fausciana, Francesco Piazza, Antonino Pittalà, Salvatore Signorino Pittalà e Paolo Rizzo. Nell’inchiesta sono coinvolti il poliziotto in pensione Salvatore Giugno, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa (per presunte informazioni che avrebbe passato al gruppo dei Musto) e il carabiniere Giuseppe Carbone, sospeso per un anno a seguito della contestazione di favoreggiamento aggravato. Davanti al gip, difesi dal legale Flavio Sinatra, avevano risposto e fornito elementi a propria discolpa. I giudici del riesame si pronunceranno su tutti i ricorsi avanzati.