Gela. Hanno scelto il giudizio abbreviato dopo essere stati coinvolti nel blitz “Malleus”, tutto incentrato sulla presunta ricostruzione del clan Rinzivillo e sugli affari della famiglia, con in testa il traffico di droga.
Pesanti condanne chieste dalla Dda nissena. Adesso, però, sarà necessario attendere il verdetto dei giudici della Corte di cassazione che dovranno pronunciarsi sulla possibile incompatibilità del giudice dell’udienza preliminare del tribunale di Caltanissetta Francesco Lauricella. Stando al ricorso presentato dai difensori di alcuni degli imputati, il magistrato si sarebbe già pronunciato sugli stessi presunti affiliati al gruppo in altre fasi del procedimento. Proprio il gup, a sua volta, aveva già formalizzato una richiesta di astensione. Nelle scorse settimane, i pm della Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta hanno chiesto pesanti condanne, in totale oltre settanta anni di carcere, nei confronti di Antonio Radicia, Giuseppe Domicoli, Ivan Casciana, Salvatore Stimolo, Giuseppe Placenti e Baldassarre Nicosia. Altri indagati, invece, sono già stati rinviati a giudizio. Si ritornerà in aula ad inizio maggio, nell’attesa di conoscere il verdetto dei giudici di cassazione sulla presunta incompatibilità del gup. Intanto, a discutere la posizione di Salvatore Stimolo è stato l’avvocato Antonio Gagliano che ha risposto alle accuse mosse dai pm della Dda. Proprio per Stimolo è arrivata una richiesta di condanna a otto anni e otto mesi di reclusione. Nel pool di difesa, invece, ci sono gli avvocati Davide Limoncello, Giacomo Ventura, Flavio Sinatra, Cristina Alfieri, Antonio Gagliano, Salvo Macrì, Giovanni Lomonaco, Paola Turco e Danilo Tipo.