Gela. Rimane in carcere il sessantanovenne Carmelo Sebastiano Alferi. I giudici hanno detto no. I giudici delle Corte d’appello di Caltanissetta hanno respinto la richiesta di scarcerazione presentata dal suo legale di fiducia, l’avvocato Maurizio Scicolone. Il sessantanovenne, fratello di Peppe Alferi attualmente detenuto sotto regime di 41 bis, venne a sua volta coinvolto nel blitz antimafia “Inferis” e condannato in primo grado dal giudice dell’udienza preliminare del tribunale di Caltanissetta. Intanto, però, Alferi ha concluso di scontare il periodo di detenzione legato all’accusa di associazione mafiosa, rimanendo ancora in atto solo quello relativo alle estorsioni. Per questa ragione, in attesa che proprio la Corte d’appello nissena si pronunci in secondo grado sullo stesso Carmelo Sebastiano Alferi e sugli altri imputati che hanno contestato il verdetto di condanna di primo grado, la difesa ha chiesto una modifica della misura cautelare che gli avrebbe permesso di lasciare il carcere. Da tempo, le sue condizioni di salute sarebbero piuttosto precarie nonostante un perito nominato per valutarle abbia comunque escluso che possano essere incompatibili con la vita in carcere. La procura generale, peraltro, aveva espresso parere favorevole all’eventuale modifica della misura cautelare ma il verdetto negativo è stato ribadito, negli scorsi giorni, proprio dai giudici d’appello.