Gela. Erano alla ricerca di droga ma trovarono anche un’antica anfora nascosta all’interno di un appartamento, nella zona dell’ex Ospizio marino. La donna risiede fuori dalla Sicilia. Furono i poliziotti, dopo una perquisizione, a ritrovare nell’abitazione non solo dieci grammi di cocaina, oltre alle sostanze da taglio, ma anche il reperto archeologico. Così, a processo, davanti al giudice Tiziana Landoni, è finita la donna proprietaria dell’immobile. I particolari di quella perquisizione sono stati descritti in aula dall’allora dirigente della sezione investigativa del commissariato di via Zucchetto Giuseppe Pontecorvo. I poliziotti stavano indagando su un giovanissimo, successivamente arrestato e coinvolto in diverse operazioni antidroga. Era proprio lui ad avere la disponibilità dell’immobile. “Trovammo la droga – ha detto il funzionario di polizia – ma anche un’anfora. Il ritrovamento venne segnalato ai tecnici della soprintendenza ai beni culturali di Caltanissetta che, successivamente, indicarono la presumibile autenticità del reperto”. L’imputata, difesa dagli avvocati Flavio Sinatra e Raffaella Nastasi, ha sempre negato di sapere cosa avvenisse nell’appartamento, finito nella disponibilità del giovane nipote. Proprio i legali di difesa, non a caso, hanno sottolineato come la donna, da anni, risieda stabilmente fuori dalla Sicilia. Le chiavi dell’appartamento, inoltre, sarebbero state in possesso proprio del giovane, fuggito dopo essersi accorto dell’arrivo dei poliziotti.