Gela. I pm della Dda di Caltanissetta, la scorsa settimana, almeno per le posizioni degli imputati che non hanno scelto il rito abbreviato, hanno concluso indicando il rinvio a giudizio. Questa mattina, le difese hanno esposto la loro linea, anche quella dei difensori di Giuseppe Tasca, considerato il nuovo vertice del gruppo di mafia dei Rinzivillo. È rappresentato dagli avvocati Danilo Tipo e Lia Comandatore. La decisione del giudice dell’udienza preliminare Lorena Santacroce verrà emessa in settimana ma solo dopo il pronunciamento della Corte d’appello nissena, che sta vagliando il ricorso delle difese degli imputati circa la sua ricusazione. I legali ritengono infatti che il magistrato abbia già valutato le carte del procedimento antimafia “Ianus”, in fase di riesame. L’eccezione iniziale era stata respinta dal gup ma c’è stato il ricorso in Corte d’appello. Gran parte degli imputati ha già scelto il giudizio abbreviato, che sarà affrontato e discusso tra marzo e aprile. Se dovesse arrivare il rinvio a giudizio per i coinvolti che non hanno optato per riti alternativi, andranno a processo davanti al collegio penale del tribunale di Gela. Oltre a Tasca, sono dal gup Ignazio Agrò, Vincenzo Alberto Alabiso, Giuseppe Alaimo, Massimiliano Astuti, Gianluca Attardo, Salvatore Azzarelli, Giuseppina Bonanno, Giuseppe Borgese, Salvatore Castorina, Benedetto Giuseppe Curvà, Alberto Pasquale Di Dio, Crocifisso Di Gennaro, Giacomo Di Noto, Giuseppe Domicoli, Graziana Domicoli, Maurizio Domicoli, Vincenzo Donzella, Brahallan Ivan Escobar Buritica, Dario Gagliano, Gioacchino Giorgio, Rosario Greco, Rocco Grillo, Manuel Ieva, Giuseppa Lauretta, Angelo Lorefice, Daniele Mangiagli, Luca Marino, Loredana Marsala, Marius Vasile Martin, Vincenzo Mazzola, Salvatore Mezzasalma, Diego Milazzo (1984), Diego Milazzo (1994), Morena Milazzo, Orazio Monteserrato, Salvatore Nocera, Mohamed Matar Hassan Omar, Nicola Palena, Fabio Palumbo, Emanuele Pantano, Andrei Pascal, Giuseppe Pasqualino, Alessandro Pellegrino, Alessandro Peritore, Calogero Orazio Peritore, Antonio Rapicavoli, Mirko Salvatore Rapisarda, Dario Rinzivillo, Giovanni Rinzivillo, Rocco Rinzivillo, Samuele Rinzivillo, Vincenzo Romano, Vincenzo Scerra, Carmelo Scilio, Filippo Scordino, Giuliano Giovanni Scordino, Luigi Scuderi, Giuseppe Sicurella, Giuseppe Sinatra, Antonio Solazzo, Salvatore Taormina, Giuseppe Terrasi, Mario Tomaselli e Giuseppe Verdelli. Tra le parti civili, c’è il Comune di Gela, su mandato dell’amministrazione, rappresentato dall’avvocato Giusy Ialazzo. Sono parti civili inoltre il Ministero dell’interno, attraverso l’Avvocatura dello Stato (con il legale Giuseppe Laspina), il Comune di Canicattì e un’associazione antiracket.
Per Vincenzo Donzella, (con il legale Salvo Macrì), Samuele Rinzivillo (difeso dall’avvocato Carmelo Terranova) e Manuel Ieva (difeso dagli avvocati Flavio Sinatra e Luca Cianferoni), gli atti sono ritornati ai pm. Le difese infatti hanno esposto eccezioni sul decreto di fissazione dell’udienza preliminare e sulla richiesta di rinvio a giudizio, per vizi di notifica. Secondo gli investigatori, i clan di Cosa nostra, attraverso i gruppi Rinzivillo ed Emmanuello (in base alle contestazioni retto da Crocifisso Di Gennaro), si stavano riorganizzando facendo leva prioritariamente sul traffico di droga. Sono state prodotte le dichiarazioni rilasciate dal nuovo collaboratore di giustizia, Calogero Orazio Peritore, a sua volta imputato. I sessantacinque imputati sono rappresentati dagli avvocati Flavio Sinatra, Davide Limoncello, Carmelo Tuccio, Salvo Macrì, Angelo Cafà, Cristina Alfieri, Rosario Prudenti, Rocco Cutini, Nicoletta Cauchi, Lia Comandatore, Domenico Cacocciola, Maria Lucia D’Anna, Teresa Raguccia, Salvatore Bruzillà, Dario Polizza Favaloro, Salvatore Pace, Giuseppe Cascino, Luigi Zinno, Andrea Giannino, Carmelo Terranova, Filippo Spina, Alfonso Abate, Luca Cianferoni, Danilo Tipo, Paolo Ingrao, Antonio Montana, Calogero Meli, Gioacchino Marletta, Debora Speciale, Giovanni Lomonaco, Salvatore Pennica e Giuseppe Dacquì.