Blitz "Chimera", in appello richieste di concordato: l'inchiesta sui Sanfilippo, una gelese tra gli imputati
La famiglia mazzarinese, in base alle contestazioni, si muoveva sotto le insegne criminali della stidda
Mazzarino. In primo grado, nel troncone processuale ordinario, il collegio penale del tribunale di Gela emise venticinque condanne. E' partito il giudizio di appello per gli imputati che furono coinvolti nella maxi inchiesta antimafia “Chimera”. La Corte d'appello di Caltanissetta si è riservata di decidere sulle richieste avanzate da diversi difensori, finalizzate al concordato. Non è stata accolta, invece, un'iniziale eccezione di legittimità costituzionale, proposta sempre dalle difese. Secondo l'accusa, i Sanfilippo di Mazzarino riuscivano a controllare diversi settori economici e a imporsi soprattutto nelle aree rurali della zona. Armi, droga ed estorsioni, sono stati punti ricostruiti dai pm della Dda di Caltanissetta e dai carabinieri che condussero l'inchiesta. La famiglia mazzarinese, in base alle contestazioni, si muoveva sotto le insegne criminali della stidda. Tra gli imputati, la gelese Valentina Maniscalco, difesa dagli avvocati Giacomo Ventura e Davide Limoncello, condannata in primo grado a otto anni di reclusione, ma senza l'aggravante di mafia. Per gli inquirenti, avrebbe avuto un ruolo nell'affare della droga, retto dal marito, Emanuele Brancato, già condannato in abbreviato per questi fatti, insieme ad altri coinvolti. Al termine del giudizio di primo grado, trent’anni di detenzione vennero imposti al quarantenne Giuseppe Sanfilippo, diciotto anni a Liborio Sanfilippo (con l’aggravante mafiosa), diciassette anni e nove mesi a Michele Mazzeo, diciassette anni a Calogero Sanfilippo (1983), sedici anni e sei mesi ad Andrea Sanfilippo e a Marcello Sanfilippo (per lui con l’aggravante mafiosa), sedici anni per Calogero Sanfilippo (1976), Maria Sanfilippo, tredici anni e sei mesi a Marianna Sanfilippo intesa Annina, tredici anni e quattro mesi ad Ignazio Zuccala’ (senza il riconoscimento dell’aggravante di mafia), dodici anni e due mesi per Samuel Fontana con l’aggravante di mafia, otto anni e sei mesi per Calogero Sanfilippo (1991), otto anni ad Antonino Ianni’, sette anni e sei mesi per Vincenza Galati, Ivan Dario Ianni’, Vincenzo Ianni’ e Rocco Di Dio, sette anni a Rosangela Farchica, Ilenia La Placa, cinque anni e un mese a Bartolomeo La Placa, quattro anni e otto mesi a Giovanni Di Pasquale, tre anni e nove mesi per Sandra Santa Aleruzzo, un anno e quattro mesi a Marianna Sanfilippo (1985) con pena sospesa e non menzione e un anno per Francesco Lo Cicero sempre con pena sospesa e non menzione. L’assoluzione per gli unici capi di imputazione che li riguardavano arrivò per Salvatore Ridolfo Nicastro e per Bruno Berlinghieri. In aula, si tornerà la prossima settimana. La Corte nissena scioglierà la riserva assunta sulle richieste di concordato.
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