Gela. Il prossimo 6 agosto, i legali degli indagati nell’inchiesta antidroga “Boomerang” discuteranno i ricorsi al tribunale del riesame di Caltanissetta. Chiederanno di rivedere le misure imposte ai coinvolti, accusati di aver movimentato droga lungo l’asse Gela-Catania-Vittoria, controllando le piazze di spaccio per le forniture di cocaina, hashish e marijuana. Davanti al gip, subito dopo gli arresti, quasi tutti hanno deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere. Secondo i pm della Dda di Caltanissetta e i carabinieri, sarebbero stati il quarantasettenne Giacomo Gerbino e il trentaquattrenne Salvatore Gambino a gestire il traffico, appoggiandosi ai fornitori catanesi e vittoriesi. Gerbino avrebbe operato nonostante la sottoposizione agli arresti domiciliari e sfruttando il permesso lavorativo che gli consentiva di essere formalmente impiegato in un autolavaggio.
In carcere, oltre ai presunti capi, sono attualmente detenuti Rocco Carfì, Gaetano Renna, Giuseppe Celona, Bartolomeo Palmieri, Salvatore Piva, Salvatore Biundo, Carmelo Pelligra, Giuseppe Iapichello e Gianfranco Vasile. L’indagine è stata estesa ai presunti fornitori del gruppo, i vittoriesi Fortunato Vella, Giovanni Tumino e Salvatore Raniolo (quest’ultimo attualmente ai domiciliari), oltre al catanese Virgilio Terranova. Domiciliari per Emanuele Iapichello e per l’altro vittoriese Salvatore Raniolo. Sono difesi dagli avvocati Flavio Sinatra, Cristina Alfieri, Salvo Macrì, Davide Limoncello, Tommaso Vespo, Raffaela Nastasi, Vittorio Giardino, Grazio Ferrara, Paola Carfì e Francesco Salsetta.