Gela. Alla fine, la condanna più pesante è stata inferta nei confronti del presunto capo del gruppo criminale legato alla stidda e scoperto a conclusione del blitz “Agorà”.
Il cinquantacinquenne Emanuele Palazzo dovrà scontare sedici anni di reclusione. La decisione è stata emessa dal giudice dell’udienza preliminare del tribunale di Caltanissetta Francesco Lauricella. Palazzo, difeso dall’avvocato Michele Micalizzi, aveva negato di essere stato a capo della presunta banda individuata dagli investigatori. Due anni e otto mesi, invece, è la pena stabilita nei confronti del neo collaboratore di giustizia Davide Nicastro. Quattro anni di reclusione sono stati comminati a Simone Nicastro, fratello di Davide. A sei anni ammonta la pena decisa per Massimiliano Tomaselli.
Due anni sono toccati al giovane Alessandro Peritore. Tre anni e sei mesi sono stati inflitti a Giuseppe Romano. Condanne sono scattate anche per Orazio Curva’, Pasquale Sanzo ed Emanuele Curva’. Il pool difensivo, composto anche dagli avvocati Flavio Sinatra, Davide Limoncello, Salvo Macrì e Maurizio Scicolone, è riuscito ad ottenere pene inferiori rispetto alle richieste formulate dalla pubblica accusa. I presunti componenti del gruppo mafioso hanno scelto di essere giudicati direttamente davanti al giudice dell’udienza preliminare.