Gela. L’ispezione dei tecnici di Arpa, a Timpazzo, risale al giugno di cinque anni fa, quando il sito di conferimento era nella piena gestione dell’Ato Cl2 in liquidazione. Dopo l’analisi di alcuni campioni di rifiuti prelevati durante le attività, emerse una percentuale di biostabilizzazione inferiore a quella prevista dalle norme in materia. “Quei rifiuti non potevano essere abbancati”, ha spiegato uno dei tecnici sentito in aula. Fatti che hanno portato a processo l’ex commissario dell’Ato rifiuti Giuseppe Panebianco, l’allora responsabile tecnico della discarica Sergio Montagnino e Aldo Turco, già incaricato del piano di sorveglianza e controllo per conto dell’ambito. La percentuale accertata a seguito delle verifiche sarebbe stata inferiore alla soglia del sessanta per cento. “Vennero effettuati due prelievi a distanza di venti giorni, uno dall’altro”, ha precisato il testimone. Le difese degli imputati, sostenute dai legali Maria Licata e Cinzia Siragusa, hanno posto domande sulla situazione di quel periodo e sull’emergenza in atto che portò a Timpazzo un quantitativo sempre maggiore di conferimenti, anche da altri siti dell’isola. Si ritiene che tutte le procedure furono rispettate.
E’ stato ricordato come ci siano già state pronunce favorevoli per fatti analoghi, sempre legati alla gestione del ciclo dei rifiuti a Timpazzo. Il giudice si è riservato sull’acquisizione di documentazione. In aula, si tornerà a settembre.