Bimba di 2 mesi positiva al covid, il papà: “Ignorati dall’Usca e maltrattati in ospedale”

Gela. Madre e figlia di due mesi, positiva al covid, sono state costrette al freddo al pronto soccorso infettivologico in attesa del ricovero presso una struttura ospedaliera etnea. La piccola sarebbe...

09 agosto 2022 17:57
Bimba di 2 mesi positiva al covid, il papà: “Ignorati dall’Usca e maltrattati in ospedale” - Nella foto grande: il braccino della bimba di 2 mesi dopo i tentativi del personale ospedaliero di prenderle una vena.
Nella foto grande: il braccino della bimba di 2 mesi dopo i tentativi del personale ospedaliero di prenderle una vena.
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Gela. Madre e figlia di due mesi, positiva al covid, sono state costrette al freddo al pronto soccorso infettivologico in attesa del ricovero presso una struttura ospedaliera etnea. La piccola sarebbe rimasta 4 ore presso l’ospedale “Vittorio Emanuele”, diretto da Luciano Fiorella, dove “i medici la diagnosi è stata ribaltata dai sanitari dell’ospedale San Marco di Catania – incalza il papà 32enne (Emanuele A. le sue iniziali) – non riuscendo, inoltre, a trovare la vena per iniettarle il sodio necessario a ripristinare i parametri vitali. Mia figlia aveva la febbre alta. Sono stato costretto a sollecitare l’intervento dei carabinieri per garantirle la dovuta assistenza sanitaria. Infatti – prosegue l’uomo – è stato un azzardo cercare di contattare l’Usca territoriale. Tutto questo è vergognoso”.

La piccola, nata prematura appena due mesi fa, da un parto gemellare “domenica 7 agosto è risultata positiva al covid 19 – spiega Emanuele A. – Da allora mi sono imbattuto in quella che spesso viene definita mala sanità, sfociata con una segnalazione alle forze dell’ordine per l’impossibilità di contattare il personale Usca e un pediatra”.

Il calvario della piccola, stando ai racconti del padre, sarebbe proseguito in ospedale. “E’ stata lasciata al ps infettivologico al freddo e senza un lenzuolo – accusa l’uomo – A detta dei medici del San Marco pare che abbiamo sbagliato anche la diagnosi e non sono riusciti a trovare la vena per iniettarle il sodio. Parlavano di liquido nei polmoni, improvvisamente scomparso dopo il ricovero a Catania. Adesso mia figlia sta meglio – conclude – i valori sono tornati nella norma. E’ ricoverata presso l’Utin ma è debole e non riesce a muovere bene le braccia”. Abbiamo contattato il direttore generale dell’Asp di Caltanissetta, Alessandro Caltagirone. Rimaniamo a disposizione per una eventuale replica o chiarimento.

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