Gela. Mentre a Roma, in Senato, questa mattina sono stati approfonditi i dati del sesto rapporto “Sentieri”, che analizza l’incidenza di gravi patologie nelle aree Sin come quella locale, in aula, davanti al collegio del tribunale, si è tenuta l’udienza che vede imputati per disastro ambientale manager e responsabili tecnici delle società di Eni. Proprio sui dati delle malformazioni e delle patologie nei Siti di interesse nazionale si è soffermato il ricercatore del Cnr Fabrizio Bianchi, sentito come testimone. Ha riferito di essersi occupato della prima ricerca in assoluto sui tassi di malformazioni nel territorio locale, “prendendo in esame il periodo che va dal 1991 e fino al 2002”. “Riscontrammo elevati tassi di malformazioni congenite – ha detto – soprattutto ipospadie. La media era assai superiore ai parametri di quel periodo, anche a livello europeo. Erano superiori di due o tre volte. Percentuali analoghe le accertammo nelle zone di Priolo e Melilli”. Rispondendo alle domande del pm Gaetano Scuderi, ha anche ricordato l’evoluzione delle ricerche sul territorio locale, con i progetti “Sentieri”, “Sepias” e “Sebiomag”. “L’area di Gela risultò molto inquinata – ha detto ancora – possono esserci delle concause rispetto alla sola presenza industriale ma fino ad oggi, nonostante non sia stato possibile arrivare ad un vero e proprio nesso di causalità, nessuno ha mai individuato cause alternative”. Le verifiche si concentrarono su sostanze pericolose come arsenico e mercurio, “erano in percentuali alte”. Bianchi ha parlato di “un eccesso di mortalità, più tra le donne che tra gli uomini”. Sono a processo Giuseppe Ricci, Battista Grosso, Bernardo Casa, Pietro Caciuffo, Pietro Guarneri, Paolo Giraudi, Lorenzo Fiorillo, Antonino Galletta, Renato Maroli, Massimo Barbieri, Luca Pardo, Alfredo Barbaro, Settimio Guarrata, Michele Viglianisi, Rosario Orlando, Salvatore Losardo, Arturo Anania, Massimo Pessina, Enzo La Ferrera, Marcello Tarantino, Gaetano Golisano ed Emanuele Caiola. Il pm ha formalizzato una richiesta finalizzata a circoscrivere il capo di imputazione di disastro ambientale innominato, “fino all’ottobre 2015”, ha detto rivolgendosi al collegio penale presieduto dal giudice Miriam D’Amore.
Sono parti civili il Comune (con l’avvocato Dionisio Nastasi), il Ministero dell’ambiente e la Regione (con l’avvocato dello Stato Giuseppe Laspina), le associazioni “Aria Nuova” e “Amici della Terra-Gela” (rappresentate dai legali Salvo Macri e Joseph Donegani), molti cittadini e proprietari terrieri che avrebbero subito danni alla salute e alle loro stesse attività, spesso a ridosso dei siti Eni. Sono assistiti dagli avvocati Nicoletta Cauchi, Raffaela Nastasi, Claudio Cricchio, Tommaso Vespo, Enrico Aliotta, Emanuele Maganuco, Giovanna Cassarà e Laura Cannizzaro. Per i difensori degli imputati, invece, non è possibile individuare collegamenti diretti tra i fatti oggetto del dibattimento e gli imputati. In aula si tornerà a fine novembre.
E noi poveri ragazzi Gelesi che ci portiamo la croce per sempre