Gela. Dai banchi dell’accusa c’è l’intenzione di valutare le ulteriori produzioni documentali proposte dalla difesa dell’allevatore Maurizio Trubia, i cui beni sono stati sottoposti a sequestro, perché ritenuti frutto di capitali illeciti. La difesa, sostenuta dall’avvocato Nicoletta Cauchi, oltre ad una vasta documentazione contabile, ha prodotto anche decisioni del recente passato, che escludono la pericolosità sociale di Trubia, che venne anche ritenuto reggente di Cosa nostra locale, nella fase di vuoto di potere, successiva alla morte di Daniele Emmanuello. I giudici del tribunale delle misure di prevenzione di Caltanissetta hanno concesso un termine al pm, proprio per valutare gli atti. In aula, si tornerà a febbraio. L’accusa ha già chiesto la confisca di beni immobili, conti corrente e dell’intero gregge dell’allevatore.
Tutti i beni vennero posti sotto sequestro. L’allevatore, che attualmente è a processo per alcuni casi di occupazione di terreni e per l’inchiesta “Redivivi 2”, ha sempre sostenuto che le proprie disponibilità siano da collegare esclusivamente all’attività lavorativa.