Gela. Un censimento analitico e probabilmente definitivo dei beni comunali, soprattutto per quanto concerne quelli nella gestione di terzi. Seppur non manchino le difficoltà a Palazzo di Città, l’assessore Antonio Pizzardi, che tra le deleghe ha quella al patrimonio, ha posto come obiettivo fine mese, per presentare una proposta da mettere sul tavolo della giunta per la presa d’atto. L’amministrazione punta a rivedere del tutto il sistema di gestione dei beni dell’ente, spesso al centro di non poche diatribe e inoltre affidati a terzi ma senza un chiaro piano. L’ente non può più permettersi di rinunciare agli introiti previsti dalle norme in materia, anche sulla scorta del dissesto e di ciò che più volte ha segnalato la Corte dei Conti. “Ci sarà un reset – dice Pizzardi – da quando mi sono insediato, oltre ad occuparmi delle questioni della sanità cittadina, sto insistendo per arrivare ad un quadro chiaro e analitico dei beni comunali. Solo così potremmo avere una situazione certa. Nel passato, si è proceduto con il piano delle alienazioni, però diciamo monco. E’ essenziale che ci sia una programmazione complessiva, con dismissione e valorizzazione. Individueremo tutte quelle associazioni che operano in maniera seria e per finalità sociali, ce ne sono diverse, e a queste chiaramente spetteranno le strutture. Procederemo con bandi e manifestazioni di interesse. Tutto deve essere trasparente e soprattutto accompagnato da pagamenti periodici, sulla base di contratti o convenzioni. Ci deve essere chiarezza da tutte le parti”. Non è mai stato facile censire le disponibilità immobiliari dell’ente comunale e settori che vanno a scartamento ridotto non facilitano il compito. Pizzardi sta collaborando con i funzionari e ha voluto che ci fosse attenzione su questa attività.
“Sono certo che il lavoro che stiamo facendo sarà utile al nostro ente anche in una prospettiva futura”, aggiunge l’assessore. Potrebbe essere una prima risposta concreta anche su un piano più generale, permettendo al Comune di ottenere introiti importanti. “Non ci saranno più piani di alienazione predisposti solo formalmente – conclude – e ritengo che ci sarà l’opportunità, con precisi parametri, di valorizzare anche beni dell’ente di notevole pregio”.