Gela. Sia in primo che in secondo grado era arrivata la condanna a quattro anni di reclusione per Vittorio Graziano Comes, ritenuto responsabile dell’incendio che distrusse il bar “Belvedere”, in viale Mediterraneo. Il locale era appena stato riavviato. Anche la Corte di Cassazione ha confermato, non accogliendo il ricorso presentato dal difensore dell’imputato, il legale Davide Limoncello. Era stato chiesto l’annullamento della decisione di appello. Gli investigatori individuarono Comes attraverso le immagini riprese dai sistemi di videosorveglianza dell’attività commerciale e da particolari che fecero chiudere il cerchio intorno a lui, che invece ha sempre negato di aver appiccato le fiamme. Per la difesa, non ci sarebbe mai stata una concreta identificazione. L’incendio distrusse totalmente il locale. Sia il Comune, con l’avvocato Marco Granvillano, che il proprietario dell’attività, rappresentato dal legale Valentina Lo Porto, sono stati parti civili nel procedimento.
In entrambi i gradi di giudizio, i legali dei danneggiati avevano chiesto la condanna, a tutela degli interessi sia dell’ente che dell’esercente. Le fiamme, in base a quanto ricostruito dai pm e dai carabinieri, furono appiccate all’interno del bar. L’imputato avrebbe forzato la porta di ingresso. Le immagini dei sistemi di videosorveglianza consentirono di ricostruire per intero l’azione notturna.