Gela. Accordi scellerati per svendere i nostri prodotti agricoli, crollo del numero di pescatori a rischio estinzione, riduzione dei Consorzi di Bonifica. Sono questi i temi trattati dal neo assessore regionale Edy Bandiera nell’incontro promosso da Pino Federico, candidato con Forza Italia al Parlamento con agricoltori e pescatori locali. Settori in gravissima difficoltà anche per colpa di una politica miope, non soltanto regionale ma anche nazionale. Ed il giovane assessore non nasconde il suo disappunto, come quando si parla del pomodoro datterino del Camerun venduto a Pachino. Non ci sono controlli. Nessuno sa quanti pomodorini entrano in Italia perché nessuno verifica. Accordi che Bandiera ha definito “scellerati tra l’Unione Europea e Paesi Terzi nei quali troppe volte la nostra agricoltura è utilizzata come merce di scambio rispetto a prodotti di altri settori“.
Bandiera ha sottolineato come “L’ultimo accordo di partenariato economico tra il Camerun e l’Unione Europea, risale al 2016 ed a fronte dell’esportazione di 1.760 prodotti europei prevede l’ingresso di prodotti camerunensi. Stiamo lavorando per rivedere questi accordi poiché danneggiano le nostre aziende“.
L’assessore ha ricordato il caso di arance sequestrate dagli agenti del Corpo Forestale Siciliano nello stretto di Messina, che stavano entrando nell’Isola, spacciate come arance rosse di Sicilia. Per questo servono controlli severi.
Sarà aperto un tavolo di crisi nazionale per chiedere interventi straordinari e urgenti.
Il settore pesca a Gela vive anni drammatici per la vicenda di un porto insabbiato. Bandiera sottolinea come il numero di barche è sceso da 3000 a 2000. C’è il rischio di estinzione. Per incentivare il ritorno alla pesca la Regione ha pubblicato un bando “tirocinio in barca”, uno strumento che prevede 40 mila euro a fondo perduto per i giovani fino a 35 anni che svolgeranno attività di pesca. “Prevediamo 200 nuovi pescatori in pochi anni”.
Bandiera non è convinto che portare a due il numero di Consorzi di Bonifica risolva i problemi. “Le figure apicali rimarrebbero – dice – dove sarebbe dunque il risparmio? Quale connessione ha il territorio di Trapani con quello di Caltanissetta o quello di Messina con quello di Enna? Bisogna pensare ad una riforma diversa e le dighe devono rappresentare una difesa della nostra agricoltura”.