Bambina talassemica costretta in auto per tampone Covid, Late: “Troppi disagi”

 
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Gela. Troppa solerzia solo per i malati cronici, compresi i pazienti talassemici, e poca invece nei confronti dei sanitari e del personale dell’ospedale “Vittorio Emanuele”. E’ quanto spiegano i rappresentanti locali della “Late”, Salvatore Di Caro e Renato Nicosia, che sottolineano il trattamento diverso, sul fronte anti-Covid, riservato ai talassemici, che per necessità devono regolarmente recarsi al nosocomio di Caposoprano per effettuare prelievi e trasfusioni di sangue. “Noi talassemici siamo costretti a seguire le indicazioni dettate dalla circolare anche per un semplice prelievo – dicono – affrontando grossi disagi sia personali che familiari. Solo per fare un esempio, lo scorso 25 agosto, una bambina di pochi mesi che doveva accedere alle cure, ha dovuto affrontare il percorso Covid, aspettando per tre ore l’esito del tampone, all’interno di un’automobile”.

Ribadiscono il diverso trattamento disposto dai vertici della struttura ospedaliera. “Come mai per gli operatori sanitari non esiste una circolare che li obbliga a fare il tampone periodicamente e soprattutto al rientro dalle ferie? – aggiungono – ci teniamo a ricordare che questo virus attacca tutti e non solo i malati cronici”. All’assessorato regionale chiedono di attivare percorsi alternativi, andando incontro alle particolari esigenze di talassemici e malati cronici.

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