Gela. Dopo essere tornati nella piena disponibilità delle loro aziende, avrebbero trovato i conti in rosso e un disavanzo quasi impossibile da recuperare. Dietro alla crisi di due società locali d’autotrasporto, secondo quanto ipotizzano i titolari, ci sarebbe stato l’amministratore individuato dai giudici per gestirle. L’ipotesi è che si sia appropriato di fondi, senza destinarli ai creditori e alla regolare gestione delle attività. Due degli imprenditori che vennero prima accusati di mafia, ma dopo l’assoluzione tornarono nella piena disponibilità dell’azienda, hanno deciso di opporsi all’archiviazione chiesta invece dai pm della procura. Secondo i magistrati che hanno seguito la vicenda, non ci sarebbero i presupporti per agire nei confronti del professionista, che invece dovrà rispondere ad accuse analoghe per la gestione di un’altra azienda dello stesso settore, finita a sua volta con i conti a picco. Il legale dei due titolari, l’avvocato Tommaso Vespo, ha proposto opposizione all’archiviazione, davanti al gip Lirio Conti. Il magistrato, la scorsa settimana, si è astenuto, avendo già giudicato gli imprenditori quando si trovarono a rispondere alle pesanti accuse di mafia, poi del tutto cadute.
L’opposizione all’archiviazione verrà valutata da un altro gip, ma il prossimo maggio. Il legale dei titolari della società, probabilmente, farà leva su quanto invece deciso, sempre nei confronti dello stesso amministratore giudiziario, ma per la gestione di un’altra azienda, sottoposta a sequestro. In questo caso, i pm della procura hanno portato avanti l’azione penale, riscontrando possibili anomalie nella gestione finanziaria del professionista, che è difeso dall’avvocato Flavio Sinatra.