Caltanissetta. I funzionari della provincia regionale, lo scorso novembre, avevano formulato la sospensione dall’albo delle imprese di fiducia dell’azienda agrigentina Geotek srl: dopo aver ricevuto, dagli addetti della prefettura di Agrigento, un’informativa antimafia atipica.
Adesso, il provvedimento è stato confermato dai giudici amministrativi del tar di Palermo. Sono stati proprio gli imprenditori agrigentini ad impugnare la sospensione davanti al tribunale palermitano.
Nell’informativa emessa dai funzionari della prefettura di Agrigento, infatti, i sospetti si concentrano sull’imprenditore trentanovenne Calogero Chianetta, rappresentante principale della Geotek srl, attiva nel settore dell’edilizia e dei servizi.
Stando ai documenti redatti in prefettura, l’imprenditore avrebbe stretto rapporti d’affari con altre imprese finite nel libro “nero” degli inquirenti agrigentini. Inoltre, sotto la luce dei controlli sono finite le parentele dello stesso Chianetta.
I legali dell’azienda, però, hanno contestato per intero sia la scelta assunta dai funzionari della provincia che il contenuto dell’informativa rilasciata dalla prefettura di Agrigento. I giudici del tar non hanno condiviso le contestazioni mosse dai legali del gruppo gestito da Calogero Chianetta, confermando in toto le motivazioni della sospensione.
Stando ai magistrati palermitani, infatti, a prevalere deve essere l’interesse pubblico ad impedire qualsiasi forma d’infiltrazione mafiosa nella catena degli appalti. I giudici, così, non hanno accolto la richiesta, formulata dai legali della Geotek srl, di sospendere l’efficacia del provvedimento emesso dai funzionari della provincia: ritenendolo assolutamente fondato.
Ad essere accolte, sono state le tesi formulate dall’avvocato Ferdinando Maurelli che, in quest’occasione, rappresentava in giudizio l’ente provinciale. La sospensione della Geotek srl dall’albo delle imprese di fiducia della provincia, così, viene confermata: aggiungendosi ad altri casi dello stesso tipo che, negli ultimi mesi, si sono trasformati in altrettanti confronti giudiziari fra le imprese “sospette” escluse e i legali dell’ente.